Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti si presenta al secondo giorno del convegno dei giovani imprenditori a Rapallo nel pieno della guerra sui mini-bot. E, anche se evita di surriscaldare ulteriormente la polemica, non arretra sulla proposta dell’ala leghista del governo, provando piuttosto a rassicurare. Atteso al varco dalla platea, spiega: “I mini-bot non sono l’anticamera dell’uscita dalla Ue o dall’euro. Sono piuttosto il tentativo di trovare una risposta al problema dei rimborsi della pubblica amministrazione, un problema tra l’altro che non abbiamo creato noi ma su cui chiediamo di discutere”.
Il forcing dell’ala leghista del governo lascia freddi Palazzo Chigi e via XX settembre. Il premier Giuseppe Conte non manca di sottolineare le difficoltà anche tecniche di varare una misura giudicata impraticabile da Ue e Bce mentre il ministro Giovanni Tria, dal Giappone, conferma la contrarietà del Tesoro.
E le rassicurazioni di Giorgetti non sembrano far breccia tra gli industriali. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia taglia corto: “Aumentare il debito mi sembra una scelta inopportuna”.
Ma, nel frattempo Salvini e Di Maio punzecchiano il Mef, chiedendo di trovare una soluzione sui debiti della Pubblica amministrazione. “Mini-bot? Sullo strumento si può discutere, è una proposta, ma sul fatto che sia urgente pagare le decine di miliardi di euro di arretrati e di debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti di imprese e famiglie (debiti risalenti a governi e anni precedenti) deve essere chiaro a tutti, in primis al ministro dell’Economia. È una questione di giustizia”, dice il leghista.
Per il pentastellato, “questa storia dei mini-bot sta diventando paradossale. Se c’è una proposta per accelerare il pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione si discuta. Ci sono migliaia di aziende che aspettano ancora di essere pagate dallo Stato e non è accettabile. Anche perché, quando è un privato a non onorare i pagamenti, poi ne fa le spese, quindi non vedo perché lo Stato se ne debba approfittare”.
“Il Mef dice che sono inutili e che è sufficiente pagare le imprese, allora lo faccia. O che studi un piano per iniziarlo a fare. Perché qui stanno sempre tutti zitti, fermi, immobili, poi appena qualcuno propone qualcosa si svegliano e dicono ‘ah, no, non si può fare’ – prosegue -. Se lo strumento per pagare le imprese non è il mini-bot, il Mef ne trovi un altro. Ma lo trovi, perché il punto sono le soluzioni, non le polemiche, né le presunte ragioni dei singoli. Ripeto, una parola: soluzioni”, conclude.