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Navalny, Russia in piazza il 21 aprile. Usa: “Se muore ci saranno conseguenze”

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Proteste per Alexei Navalny in tutta la Russia il 21 aprile. Mentre peggiorano le condizioni di salute dell’oppositore russo, attualmente detenuto in una colonia penale a 100 chilometri da Mosca e in sciopero della fame dal 31 marzo, i collaboratori hanno chiesto di riempire le piazze, da San Pietroburgo a Mosca, proprio mercoledì, lo stesso giorno in cui è atteso il discorso annuale di Vladimir Putin all’Assemblea federale. “Non si tratta solo della libertà di Navalny ma della sua vita”, ha detto Leonid Volkov, suo stretto collaboratore, per spiegare lo scarso preavviso nel convocare le manifestazioni.

“Consentite a un medico di vedere mio padre”, è l’appello lanciato dalla figlia di Navalny su Twitter. Appello che giunge dopo l’allarme per il peggioramento di Navalny lanciato sabato dalla sua portavoce, Kira Yarmysh, e da quattro medici, compresa la sua dottoressa personale Anastasia Vasilyeva. “Sta morendo. Nelle sue condizioni, è questione di giorni”, ha detto la portavoce. Mentre i medici hanno chiesto di poterlo vedere in carcere, spiegando che rischia un arresto cardiaco “in qualunque momento”.

Gli occhi di Ue e Usa sono puntati sulla questione. “Se muore ci saranno conseguenze”, hanno avvertito gli Stati Uniti, da cui sul caso si è pronunciato anche il presidente Joe Biden in persona: quanto sta accadendo “è totalmente ingiusto e totalmente inappropriato”, ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca. Quanto all’Ue, il caso Navalny sarà sul tavolo dei ministri degli Esteri europei lunedì. E intanto l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, è tornato a chiedere il “rilascio immediato e incondizionato” di Navalny, aggiungendo la richiesta di “garantirgli immediato accesso ai medici professionisti in cui ha fiducia”.

Navalny, 44 anni, oppositore numero uno di Putin e noto per le sue inchieste e campagne contro la corruzione, è stato arrestato lo scorso 17 gennaio, non appena ha messo piede a Mosca dopo cinque mesi in Germania, dove è stato curato a seguito dell’avvelenamento subito in Russia. Avvelenamento per il quale punta il dito contro il Cremlino, che respinge le accuse. Attualmente sta scontando una condanna a due anni e mezzo di carcere per accuse di appropriazione indebita, un caso che secondo Navalny è politicamente motivato, in una colonia penale nella città di Pokrov, circa 100 chilometri a est di Mosca, nota per le condizioni di detenzione molto dure. Da tempo chiede di essere visitato in carcere dal suo medico, per ottenere un trattamento appropriato per dolori alla schiena nonché intorpidimento a gambe e mani, e visto che non gli viene concesso ha avviato il 31 marzo uno sciopero della fame.

La Russia, per bocca del suo ambasciatore nel Regno Unito Andrey Kelin, sminuisce le richieste di aiuto di Navalny: lo scopo sarebbe quello di “attirare l’attenzione”. “Non permetteremo che muoia in prigione”, ha detto alla Bbc l’ambasciatore.

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