Sulla nave Diciotti interviene il il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danielo Toninelli. Che sposa la linea di Matteo Salvini attaccando duramente Malta ma prendendo le difese della Guardia Costiera italiana. “Diciotti dimostra che Italia non si tira mai indietro quando si tratta di salvare vite umane. Il comportamento di Malta è ancora una volta inqualificabile e meritevole di sanzioni. L’Ue si faccia avanti e apra i propri porti alla solidarietà, altrimenti non ha motivo di esistere”, scrive Toninelli su Facebook.
Il ministro, quindi, chiede all’Europa di farsi carico dei 177 migranti a bordo della Diciotti (137 uomini, 6 donne e 34 minori), al suo quarto giorno di permanenza in rada davanti a Lampedusa.
Vediamo di ricostruire. La notte tra mercoledì e govedì scorsi, nave Diciotti è intervenuta nelle acque Sar di Malta e ha preso a bordo i migranti che erano su un barcone scortato (quasi “spinto”) da una motovedetta maltese (la P52). La questione è stata segnalata dallo stesso Salvini che aveva criticato duramente la Diciotti: “Non ci hanno avvertiti”. Cosa è successo? Il barcone era nelle acque Sar maltesi ed è stato respinto. Allora si è avviato verso l’Italia. Nave Diciotti lo ha intercettato quando era ancora in acque Sar maltesi ma abbastanza vicino a Lampedusa e ha preso a bordo i migranti perché il natante imbarcava acqua e c’erano a bordo una dozzina di persone in sofferenza, bambini malati e una donna che aveva abortito (forse in seguito alle violenze subite in un campo profughi libico).
A questo punto si è aperta la solita contesa tra Italia e Malta. I maltesi, in una lettera al governo italiano, hanno accusato l’unità italiana di essere intervenuta in acque Sar maltesi: “È stata una intercettazione ingiustificata in mare aperto, non sussisteva alcun elemento di pericolo. Le vostre affermazioni secondo cui i migranti vi stavano contattando per informarvi che erano in difficoltà sono false. La vostra è stata un’interferenza”. E poi: “la Guardia Costiera italiana non ha mostrato alcun interesse per la sicurezza dei migranti quando il barcone si trovava nella zona di ‘Search and rescue’ della Libia e non ha fornito assistenza tra una zona Sar e un’altra anche se la situazione a bordo dei barconi era la stessa”. In sostanza, sostiene Malta: l’Italia è intervenuta appositamente in acque Sar maltesi per poter sostenere che i migranti dovevano sbarcare a Malta.
Subito si è fatto sentire Salvini: “I maltesi avevano assunto la responsabilità di un intervento in aiuto di un barcone con 170 immigrati a bordo, come giusto, all’interno delle loro acque, e una loro imbarcazione (la P52) era giunta in zona, ma senza prestare alcun soccorso. I maltesi hanno quindi ‘accompagnato’ il barcone verso le acque italiane, e una nave della Capitaneria di Porto italiana, senza che al Viminale ne fossimo informati, ha imbarcato gli immigrati mentre ancora si trovavano in acque maltesi, per dirigersi verso l’Italia”. Salvini ha dato indicazione a Nave Diciotti di far rotta verso Malta, ma i maltesi (come del resto, adesso fa l’Italia) hanno chiuso il porto di La Valletta e gli altri scli dell’isola. Nave Diciotti non ha potuto far altro che dirigersi verso Lampedusa dove si è creato il solito paradosso in base al quale una nave della Guardia Costiera italiana non può sbarcare in un porto italiano (su cui la Guardia Costiera ha piena giurisdizione) perché glielo impedisce lo stesso governo italiano.