Ripartono a diverse velocità i Paesi del mondo colpiti dalla pandemia del Covid-19. Mentre milioni di persone in Italia sono entrate nella ‘fase 2’ tornando al lavoro, globalmente si è disegnato un patchwork di passi variegati con cui allentare restrizioni e lockdown e cercare una nuova normalità. Ma c’è anche chi va in controtendenza, come la che ha contato oltre 10mila contagi in un giorno, mentre il numero dei casi di contagio registrati (non quello reale) ha superato nel mondo i 3,5 milioni e i morti sono quasi 250mila. Dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, è arrivato un monito: “Vari Paesi stanno iniziando ad allentare i lockdown”, “ma non possiamo allentare il nostro impegno comune per misure basilari come lavarsi le mani e distanziamento fisico”, “o per gli strumenti che sono la base della risposta: trovare, isolare, testare e curare ogni caso, tracciare ogni contatto”.
Come in Italia, anche in Spagna, Grecia e altri Paesi europei, i cittadini devono indossare mascherine sui mezzi di trasporto. Rispettando precise regole, gli spagnoli da oggi (lunedì) possono fare sport e alcuni negozi riaprire, come quelli di occhiali o di cibo da asporto, a patto di avere appuntamento. L’allentamento proseguirà gradualmente a maggio e giugno, mentre in settimana il governo voterà (con scontro politico) sull’estensione dello stato d’emergenza. Anche il Belgio ha riaperto parte dei posti di lavoro, tra cui i negozi di stoffe per consentire di preparare mascherine ‘artigianali’, incoraggiando però il telelavoro. La Germania comincia a riaprire le scuole, iniziando dalle classi superiori, mentre in Grecia i parrucchieri hanno riaperto dopo sette settimane di blocco. Su le serrande anche per alcuni negozi di libri e materiali sportivi, con rigide regole d’igiene e distanziamento.
In Medioriente, il Libano riapre i ristoranti al 30% della capacità, ma molti proprietari restano chiusi perché calcolano che in questo modo perderebbero denaro. Restano chiusi fino a giugno bar e locali notturni. Dopo cinque settimane di blocco, l’India ha consentito la riapertura di alcune attività economiche e in Sudafrica sono tornati al lavoro 1,5 milioni di persone, mentre vige l’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici. La Russia resta invece alle prese con l’aumento costante dei contagi, nel timore che gli ospedali collassino, ma le autorità affermano che l’aumento sarebbe in parte dovuto ai molti test. Il lockdown qui è previsto fino all’11 maggio.
Nel frattempo si spera nel vaccino. Per realizzarlo potrebbero essere necessari mesi, o un periodo ben più lungo. Per accelerare, un’alleanza di leader mondiali ha organizzato un summit virtuale di raccolta fondi: 4 miliardi di euro per la ricerca sul vaccino, 2 miliardi per le cure e 1,5 miliardi per i test. La cifra è stata raggiunta e la promessa è che sia solo l’inzio. I leader di Italia, Francia, Germania, Norvegia e Unione europea hanno annunciato che il denaro sarà in gran parte assegnato a organizzazioni riconosciute. La speranza era che partecipassero anche gli Usa, ma non è stato così. Intanto, a richiamare alla cautela ha pensato il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn: “Sarei felice se il vaccino fosse trovato in pochi mesi, ma penso si debba restare realistici. Potrebbero servire anni”.