L’incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un sarà il primo della storia tra un presidente americano e un leader nordcoreano. Ad annunciare il vertice sono stati delegati sudcoreani davanti alla Casa Bianca, che ha poi confermato il summit si terrà “entro maggio”. Ma mentre l’attenzione internazionale al tema è altissima, mancano le informazioni sulla data e sul ‘palcoscenico’ del futuro incontro. Le ipotesi sul luogo sono numerose.
Michael Madden, dello US-Korea Institute alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies, ha dichiarato a Bbc che c’è “una possibilità ipotetica” che l’incontro avvenga nel villaggio nordcoreano di Panmunjom, che si trova nella zona demilitarizzata tra le due Coree e dove nel 1953 fu firmato l’armistizio che mise fine alla Guerra di Corea. Nella zona cuscinetto della Dmz verso la fine di aprile si incontreranno anche Kim e il presidente sudcoreano, Moon Jae-in. L’area è facilmente accessibile da entrambe le parti, è strettamente controllata e ha già strutture adatte a ospitare incontri.
Tuttavia, altri esperti ritengono che il summit potrebbe avvenire in “un luogo neutrale” e meno carico di “simbolismo”: tra le ipotesi ci sono Pechino e Ginevra, dove Kim ha studiato. Tale scenario presuppone che le due parti debbano coinvolgere, per organizzare il vertice, un terzo Paese. Inoltre, Trump e Kim dovrebbero entrambi viaggiare: ma il secondo non lascia la sua nazione da quando ha ereditato il potere nel 2011 dal padre Kim Jong-il.
Sembrano improbabili anche le sedi di Seul e di Washington, per la prevedibile contrarierà della Corea del Nord. Tuttavia, solo pochi mesi fa nessuno avrebbe previsto che la sorella di Kim, Kim Yo-jong, sarebbe andata a Seul in occasione delle Olimpiadi invernali.
Altra sede “neutra” sarebbe il Palazzo di vetro di New York, città natale del presidente repubblicano. La sede Onu non è nuova ad accogliere leader mondiali fortemente controversi, ma in questo caso il dittatore nordcoreano dovrebbe entrare sul suolo americano, una sorta di ‘terreno nemico’. E a livello di immagine e propaganda, questo potrebbe non andare a suo favore.
Se, al contrario, l’incontro fosse organizzato a Pyongyang, la situazione sarebbe opposta: il regime allestirebbe uno ‘show’ spettacolare per accogliere Trump, mostrandosi forte e potente, e il rischio per gli Stati Uniti sarebbe di uscirne apparentemente sminuiti. Inoltre, un vertice in Corea del Nord potrebbe apparire come un riconoscimento dello ‘status’ di potenza nucleare del regime, finendo per rafforzarlo. “Un presidente americano che visita Pyongyang, costretto dai programmi nucleari e missilistici della Corea del Nord”, ha detto Jeffrey Lewis, capo dell’East Asia Nonproliferation Program al Middlebury Institute of Strategic Studies. “Per essere chiari: Kim non sta invitando Trump per rinunciare alle armi. Lo sta invitando per dimostrare che il suo investimento in armi nucleari e missili ha costretto gli Usa a trattarlo come un loro pari”, ha scritto su Twitter.