Ergastolo. È la condanna per Vincenzo Paduano, reo confesso dell’omicidio di Sara Di Pietrantonio, la ventiduenne strangolata e data alle fiamme lo scorso 29 maggio a Roma. Il giovane, per il quale la pm Maria Fazi aveva chiesto l’ergastolo, è stato giudicato con rito abbreviato dal gup Gaspare Sturzo del Tribunale di Roma.
Paduano, che lo scorso 26 aprile, in tribunale, aveva chiesto scusa per quanto fatto, era accusato di omicidio premeditato aggravato da futili motivi, stalking e distruzione di cadavere. Sara e il 28enne erano stati insieme per un paio di anni, allontanandosi e riavvicinandosi a più riprese, fino a tre settimane prima dell’omicidio, quando Sara lo aveva lasciato definitivamente.
Gaspare Sturzo, il giudice che ha deciso la condanna, ha disposto una provvisionale di 600mila euro per i familiari della vittima. La madre della vittima riceverà 300mila euro, 250 mila per il padre e 50 mila per altri familiari costituitisi parte civile. Ulteriori risarcimenti saranno stabiliti in sede civile.
LA MADRE: SENTENZA GIUSTA E MORALE. “La sentenza di oggi è giusta e morale…un primo gradino. Vedremo cosa succederà in futuro…potrebbero fare appello”. Così, Concetta, madre di Sara Di Pietrantonio, commenta la condanna all’ergastolo per Paduano. “Ho vissuto in apnea per un anno adesso una boccata d’aria fresca ma tornerò subito in apnea – spiega -. Sara non me la ridarà nessuno”. Da parte di Paduano “non c’è stato mai nessun pentimento, nella maniera più assoluta”. E ha aggiunto: “È stato semplicemente costretto ad ammettere, davanti a prove evidenti, quello che era successo”.