“Siamo a conoscenza di movimenti che, in nome della conservazione della foresta, si appropriano di grandi estensioni di boschi e negoziano su di esse generando situazioni di oppressione per i popoli originari per i quali, in questo modo, il territorio e le risorse naturali che vi si trovano diventano inaccessibili”. L’attenzione di Papa Francesco, arrivato in Perù dopo la tappa cilena del suo viaggio apostolico, è tutta per la foresta.
Incontrando i rappresentanti di 22 popoli indigeni amazzonici e di 171 comunità native al Coliseo Regional Madre de Dios a Puerto Maldonado, nell’Amazzonia peruviana, il Pontefice ha aggiunto: “Questa problematica soffoca i vostri popoli e causa migrazioni delle nuove generazioni di fronte alla mancanza di alternative locali. Dobbiamo rompere il paradigma storico che considera l’Amazzonia come una dispensa inesauribile degli Stati senza tener conto dei suoi abitanti”.
“Il canto di lode si spezza quando ascoltiamo e vediamo le profonde ferite che porta con sé l’Amazzonia e i suoi popoli. E ho voluto venire a visitarvi e ascoltarvi, per stare insieme nel cuore della Chiesa, unirci alle vostre sfide e con voi riaffermare un’opzione convinta per la difesa della vita, per la difesa della terra e per la difesa delle culture”. “Probabilmente – afferma il Pontefice – i popoli originari dell’Amazzonia non sono mai stati tanto minacciati nei loro territori come lo sono ora”.