Parlamentarie all’insegna delle proteste degli iscritti per i problemi che si sono verificati su Rousseau al momento delle votazioni e delle autocandidature. Molti non sono riusciti a esprimere la loro preferenza, altri non hanno trovato il proprio nome nella lista dei papabili che correranno al proporzionale nelle elezioni del 4 marzo. Alcuni sono stati “scremati” dallo staff chiamato a verificare la presenza dei requisiti dei ‘candidabili’.
Tra chi non ha ritrovato il proprio nome in elenco anche chi fino a pochi giorni fa era dato per certo come Andrea Mazzillo. L’ex assessore al Bilancio di Roma su Facebook rende pubblico il suo disagio: “Sono molto dispiaciuto per non essere in questo momento nella lista dei candidati alle parlamentarie 2018 del M5S anche perché sto venendo a conoscenza di altri casi analoghi di attivisti romani. Stiamo verificando con lo staff che segue la piattaforma Rousseau dove si è verificato l’intoppo tecnico che ha generato il problema. Appena avremo novità ve le faremo sapere tramite canali social e istituzionali”. Ma un’ora dopo la chiusura delle urne virtuali, nessuna nuova comunicazione, segno che la situazione non si è affatto sbloccata.
Lo stesso problema si è verificato in Sicilia, Campania, Puglia. Ai nomi di quanti sono spariti dall’elenco delle autocandidature – alcuni potrebbero non aver avuto i requisiti necessari – si aggiungono, secondo alcuni utenti del web, dei nomi nuovi, non previsti tra i ‘votabili’. Alle 17,54 Alfredo Di Lorenzo avverte: “Risultano diversi candidati che non compaiono nelle liste, bisogna chiarire questa situazione”. Marzio Morandi, iscritto della prima ora (“da 7/8 anni minimo, non ricordo neanche bene”, sottolinea) manifesta il proprio disappunto ma con un filo di ironia: “E’ da questa mattina che cerco di accedere a Rousseau inutilmente, l’altra volta che c’erano problemi ho rinunciato, rinuncerò anche questa volta. Ma mi chiedo: siamo qui a candidarci al governo del paese e non riusciamo a far funzionare il nostro ‘Motore di Democrazia’. E’ pura follia, raccogliete i soldi non incassati dai parlamentari, chiamate la IBM e chiedetegli di risolvere il problema”. C’è anche chi evoca lo spettro del complotto. “Mi auguro che i commenti negativi sulla piattaforma Rousseau non siano menzogneri e fatti ad hoc per screditare questo meraviglioso metodo di democrazia. Personalmente – scrive Mirco Pezzotta alle 21,22 – ho fatto ripetuti accessi e da diversi dispositivi sin da prima delle 10 e fino a pochi minuti fa. Naturalmente ho consultato profili e votato senza alcun tipo di problema”.
Nel tormentato contesto delle ‘primarie’ Cinquestelle, si leva la voce del candidato premier che precisa di essersi candidato nel collegio della Camera Campania 1, nel rispetto delle regole pentastellate secondo le quali ci si candida nel proprio territorio. Così il giornalista Emilio Carelli annuncia di scendere in lizza nel collegio uninominale a Roma. Ma, come precisa, lo stesso Di Maio mentre i candidati al proporzionale – il cosiddetto listino bloccato – saranno decisi dalle parlamentarie in corso, quelli dell’uninominale li deciderà lui in quanto capo politico. E chiarisce che Beppe Grillo farà la campagna elettorale a cominciare da questo venerdì in cui andrà insieme a lui e ad alcuni portavoce a depositare il simbolo al Viminale. Dopo di che dichiara che saranno “100 i parlamentari uscenti” a cui sarà data la possibilità di ripresentarsi. Per il resto, occorre una rosa nuova di nomi.
Di Maio si intesta anche – come è naturale – l’onere delle trattative dopo il voto. Ma sul capitolo ‘intese’ è guardingo. “Prematuro parlarne, soprattutto quando ancora non si sa chi entrerà in Parlamento e con quali numeri”. Sul possibile appoggio esterno da parte di altri gruppi politici – che siano LeU o la Lega -, una parola interessante sfugge a Carelli secondo cui “la sera delle elezioni dovremo guardare i numeri esatti in parlamento per capire cosa manca per avere la maggioranza e capire quale gruppo parlamentare ci può dare una mano a formarne una, partendo dal programma”. Ad esclusione, precisa, del Pd.
Le votazioni proseguono domani dalle 10 alle 21 e, “nel caso si creasse, per la grande partecipazione, l’effetto di coda virtuale ai seggi nelle ultime ore che potrebbe causare difficoltà ad accedere al sito – mette le mani avanti il blo di Beppe Grillo -, la scadenza sarà prorogata e sarà possibile votare dalle 10 alle 14 di giovedì”. L’obiettivo è arrivare al raduno di Pescara con un pacchetto pronto. Ogni iscritto può esprimere tre preferenze per i candidati nel proprio collegio plurinominale alla Camera e tre preferenze per quelli nel proprio collegio plurinominale al Senato.