La minoranza Pd presenterà un documento sottoscritto da Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza e gli altri componenti della minoranza bersaniana in cui si annuncia il sì alla fiducia al governo Gentiloni per “senso di responsabilità verso il Paese e il presidente Mattarella”, pur insistendo sulla richiesta di “discontinuità” nelle politiche. “Ci riserviamo di votare – si legge – contro eventuali provvedimenti che non condividiamo”.
Speranza ha aggiunto: “Il Pd deve riconoscere gli errori e cambiare rotta radicalmente. Così la sinistra non ha senso, noi non siamo noi stessi e il Pd muore. Non sono e non sono stati giorni facili per nessuno di noi. Anche dietro le posizioni diverse c’è un segnale profondo che riguarda tutti e da cui non è possibile sottrarsi: dopo le regionali e le amministrative abbiamo messo la testa sotto sabbia, fatto finta di non vedere il disagio reagendo con il racconto di una Italia felix che si scioglieva come neve al sole nella realtà delle persone. La realtà è più forte della comunicazione”.
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Il leader della minoranza, nel corso della direzione del partito, ha sottolineato: “Il Paese prima di tutto, questa resta la nostra linea. Non si può ignorare quello che è accaduto il 4 dicembre, serve discontinuità. Vediamo ancora troppo arroganza. Non ci porta lontano la sicurezza di chi crede di avere in tasca il 40%”.
“Il Congresso? Facciamolo, facciamolo presto”, ma “serve un congresso serio”, non “la rivincita del capo irritato per come è andato il referendum” o “una resa dei conti”. “Non sia – ha aggiunto – il votificio della domenica mattina”.
“Il mio seggio è a disposizione. Ho dimostrato in altre occasioni di non essere attaccato alla poltrona. Ma quello che non si può fare è pretendere che ognuno rinunci alle proprie idee, perché questo non sarebbe più il Pd”.
“Davanti alle manifestazioni organizzate e agli attacchi sul web io chiedo a Matteo Renzi di dirci se non c’è più spazio nel Pd per chi ha votato no, lo si dica con chiarezza”.