“Possiamo farcela? È la domanda vera che si stanno facendo milioni di italiani e centinaia di migliaia di nostri elettori”, così Nicola Zingaretti a Cortona per la tre giorni di Areadem inizia la sua riflessione sul futuro del Pd. “È drammatica l’escalation di questi dieci anni di vita della nostra comunità che ci ha portato a perdere milioni di voti con una serie numerosa di sconfitte. Possiamo farcela? Io credo di sì, ne sono convinto, se cambiamo però e guardiamo in faccia il mostro”.
Per ora unico candidato alla segreteria del Pd, il governatore del Lazio sottolinea la necessità di riflessione e cambiamento. “Il tema è: perché gli italiani hanno scelto loro e non noi? Sbaglia – dice Zingaretti – chi pensa che, fallito questo disegno del Governo, gli elettori torneranno automaticamente a guardare a noi”
Poi chiarisce: “Occorrono leader che sappiano decidere, ascoltare e rispettare. Io mi batterò non per me ma per noi, per l’Italia. Lungi da me porre un problema sul nome del partito. Io sono assolutamente d’accordo con Paolo Gentiloni. Io alla Festa del Fatto quotidiano ho detto che a soggetto politico corrisponde nome e io mi candido a segretario del Partito democratico, non facciamo caricature del mio pensiero”. L’esito del congresso, però, prima dei nomi e dei leader, dev’essere – secondo Zingaretti – una proposta: “un messaggio credibile che sia un’alternativa di fronte ai rischi per la democrazia. Dobbiamo cambiare per essere più credibili”. “Dobbiamo – specifica – innanzi tutto lavorare da subito insieme per una nuova collocazione economica del nostro riformismo che rimetta al centro il valore della persona, che metta insieme crescita ed equità, un modello italiano ed europeo diverso”.
Per il presidente della Regione Lazio, il lavoro va iniziato subito, smettendo di litigare: “Dobbiamo aprire un cantiere in fretta per ricostruire la forma partito e smettiamola con la lite tra chi punta sulla strada e chi sulla rete: bisogna esserci in entrambe. Io voglio un partito che sulla rete sia il migliore per fare la battagliia tra le idee”.
Tra i punti da rinnovare, anche il fronte alleanze. “Forse sulla battaglia per le Europee siamo tutti d’accordo sul fatto che bisogna allearsi”, dice Zingaretti. “Occorre – spiega – un partito foriero di nuove alleanze. Fassino è stato un gigante in questo. Non è vero che tutto quello che non è Pd è nemico del Pd: alleato è una bellissima parola”. Tra i possibili alleati però non c’è il Movimento 5 Stelle. “Non costruiamo – dice Zingaretti – una macchietta della mia proposta, impariamo di nuovo il confronto tra le idee senza denigrare chi la pensa diversamente. È evidente che io non voglio allearmi con i Cinquestelle: permettetemi, io i Cinquestelle li ho sconfitti due volte. Ma io voglio capire perché hanno votato loro. Io ho combattuto contro il M5s per difendere la nostra comunità, per difendere Renzi e Calenda, altro che subalternità: è subalterno chi copia le tecniche dei populisti”.