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PoliticaPresse, Salvini: “Basta con i no a tutto, decreto Di Maio da cambiare”

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“Non fatemi litigare con altri che non ho voglia e non ho tempo”. Esordisce così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, ospite al videoforum di LaPresse per #PoliticaPresse. Anche se poi, durante la lunga chiacchierata, c’è spazio per alcune stoccate alle opposizioni ma pure agli alleati di Governo. Dl sicurezza, migranti, tangenti, presenze e assenze al Viminale e, soprattutto, in vista dell’appuntamento di sabato a Milano in piazza Duomo, Europa e elezioni europee.

DL SICUREZZA E RAPPORTI NEL GOVERNO. “Lunedì vado in consiglio dei ministri e mi aspetto che per correttezza buonsenso e intelligenza si approvi il dl sicurezza che si occupa di vita reale”, spiega Salvini. Il quale, però, dice di essere stanco dei veti degli alleati gialloverdi: “I no iniziano ad essere tanti: dl sicurezza, autonomia, flat tax, sblocca cantieri. Con i no l’Italia si ferma e io non voglio governare un Paese fermo”. E, se no devono essere, allora che siano “motivati, perché senza spiegazioni o alternative non si dicono nemmeno ai bambini di 3 anni”. Soprattutto se arrivano “per motivi elettorali”.

DECRETO DIGNITA’. Fra i temi su cui Salvini non è d’accordo al 100% con il collega Luigi Di Maio, c’è sicuramente il decreto dignità. “C’è qualcosa da rivedere, perché il lavoro non lo crei per decreto e se metti briglie alle imprese sicuramente non aiuti lo sviluppo. I voucher in alcuni settori sono fondamentali, per esempio. Non puoi costringere ad assumere qualcuno per dodici mesi se quel lavoro lo fai sei mesi all’anno. Bisogna sempre essere equilibrati”.

L’ASSENZA DAL VIMINALE. Dopo le parole di Beppe Grillo, che lo ha invitato “ad andare a lavorare a calci in culo” al Viminale, il vicepremier risponde a chi lo accusa di non essere presente nel suo ministero. “Se uno venisse a dire a lei ‘la mando a calci in culo a lavorare’, lei giustamente direbbe che sta lavorando. Io sto facendo il ministro dell’Interno con risultati positivi. Di ministri che bivaccavano e mangiavano nei loro uffici senza risolvere un solo problema, ne abbiamo avuti tanti. Se io i problemi li risolvo dal mio ufficio o da Milan Tv, ai cittadini non importa, basta che li risolva. Altrimenti non si capisce perché gli italiani premiano la Lega come primo partito, mica sono diventati tutti scemi”. Anche sul caso dei voli, la replica è la stessa: “Io lavoro, l’aereo lo prendo per andare a lavorare non per fare i picnic. Le critiche delle opposizioni ci stanno, gli insulti di Grillo e di qualche alleato un po’ meno. Teoricamente stiamo governando insieme e bene”.

TANGENTI. Tra i temi caldi in casa Lega, quello della corruzione e delle tangenti, soprattutto dopo l’arresto del sindaco di Legnano. “Non credo ai complotti, ci sono 3 persone coinvolte e ho fiducia nella magistratura. Se ci sono colpe da parte di queste 3 persone, che conosco personalmente e reputo valide e oneste, aspetto un processo o un rinvio a giudizio”.

L’EUROPA. In vista delle elezioni europee e dell’appuntamento di sabato a Milano, a cui parteciperà, fra gli altri, la leader sovranista francese Le Pen, Salvini coglie l’occasione per disegnare la sua Europa, “diversa da quella di Merkel e Macron, fondata sul lavoro” e dove “vengano cambiati i vincoli. Il debito diminuisce se gli italiani lavorano e se chi crea lavoro paga meno tasse. Se mi impicco al 3% il debito fra 100 anni resta ancora lì”.

FLAT TAX EMERGENZA NAZIONALE. La bandiera della Lega, rimane la Flat tax, visto e considerato che per il leader “la riduzione delle tasse è un’emergenza nazionale”. Secondo Salvini “serve uno shock fiscale subito, la Flat tax c’è nel contratto di Governo firmato anche dai Cinquestelle”. Per lo stesso motivo, “non esiste aumento dell’Iva che possa essere approvato dai ministri della Lega. Nemmeno quello selettivo. Il problema non è tassare ricchi o poveri, quando aumenti le tasse perdi credibilità”.

PALERMO. Fra i contestatori del ministro, nelle ultime ore sono spuntati anche gli studenti di una scuola di Palermo che hanno paragonato il suo dl Sicurezza alle leggi razziali del 1938. La loro professoressa è stata sospesa. “Mettere la mia faccia di fianco a quella di Mussolini o accostare il dl sicurezza alle leggi razziali e ai campi di sterminio mi sembra un’idiozia, non uno studio scolastico. Mi sembra propaganda politica”, replica il vicepremier. “Non faccio il direttore didattico, ma se mio figlio venisse a casa e mi dicesse una cosa del genere risponderei che il professore ha qualcosa che non va. Rispetto le idee di tutti, ma sono stufo di essere equiparato a Hitler, Mussolini, ai razzisti e ai fascisti”.

MIGRANTI. Con l’avvicinarsi dell’estate, è come sempre previsto un rinnovato aumento degli sbarchi. Ma Salvini ribadisce: “Nessuno pensi di riaprire i porti, nessun ministro e neanche il presidente del Consiglio pensi di ordinare a me di far entrare la nave che illegalmente ha raccolto immigrati e vorrebbe entrare in Italia. Se qualcuno pensa di riaprire i porti ha trovato il ministro e il partito politico sbagliato. Faccio finta di non sentire e guardo solo avanti”. Della sua politica sull’immigrazione, è convinto: “Abbiamo salvato tante vite con una politica della fermezza, se la nave di una ong tedesca che ha preso immigrati in acque libiche decide di venire in Italia nonostante i divieti, vuol dire che quelli che dicono di voler salvare vite sono delinquenti e trafficanti e un porto in Italia non ce l’hanno”. Nulla sposta la sentenza della Corte Ue, che impedisce di rimpatriare i rifugiati se nei loro Paesi d’origine rischiano la vita, perché “non incide sulla norma italiana. Noi andiamo avanti ad espellere chi viene trovato a commettere atti delittuosi”.

MEDIA. Fra i tanti scontri di Salvini, anche quello con Fabio Fazio: “Da lui non ci vado, è una scelta, rinuncio a 3 milioni di spettatori. Tutti gli altri politici ci vanno. Io ritengo immorale uno stipendio da milioni di euro, pagato dai contribuenti italiani per fare ascolti sotto la media di rete e per fare propaganda di sinistra. Ritengo di poter dire in democrazia ‘no grazie non vengo’, mentre vado da chiunque altro”. Ma, soprattutto, il vicepremier comunica sul web, tramite social network: “Mi piace lo scambio sulla rete, perché posso avere un rapporto diretto anche con sindaci e amministratori locali che in tv non riuscirei ad avere. Riesco a leggere un messaggio su mille, ma è importante. Alcuni emendamenti della Lega sono nati proprio da segnalazioni arrivate dalla rete”.

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