Via alla demolizione del moncone di Ponente di Ponte Morandi, quello, per intenderci, verso la Francia che sovrasta i capannoni di alcune aziende e che, stando al piano dovrebbe essere praticamente “smontato” e non fatto crollare. Stop, per ora, invece, per l’altro pezzo, quello di levante (sopra le case di via Fillak e via Porro) per cui è previsto l’utilizzo di esplosivo. E’ la decisione che sembra prendere corpo nel Palazzo di Giustizia d Genova, dove questa mattina si è svolta l’udienza dell’incidente probatorio. Oggi pomeriggio dovrebbe arrivare un decreto dei pubblici ministeri per dissequestrare il moncone di Ponente.
Per quello di Levante, invece, in assenza di un progetto esecutivo, il tribunale non ha dato il via libera. C’è il problema delle prove che, con l’uso di esplosivo potrebbero andare distrutte, cosa che la Procura (ma anche i periti di tutte le parti in causa) vuole evitare. Il progetto del commissario alla ricostruzione Marco Bucci non sembra soddisfare tutti i parametri e è risultato incompleto in diverse parti.
Ma quello che ha fatto infuriare i parenti delle 43 vittime che oggi erano presenti in tribunale è stata la notizia del rinvio “a dopo le feste”. E’ successo quando i periti nominati dal gip hanno chiesto più tempo per le perizie adducendo come scusa l’incombere delle feste natalizie e chiedendo un rinvio a gennaio. I parenti dei morti di Ponte Morandi sono esplosi, alcuni, piangendo, hanno ricordato che, per loro, non ci saranno festività e che, per alcune famiglie (quelle, ad esempio, che hanno perso la persona che portava in casa i soldi per vivere) i ritardi significano gravi danni per diverse persone, bambini compresi. La data per la consegna della perizia non è stata fissata. I ritardi cominciano ad accumularsi. Il commissario alla ricostruzione aveva promesso i cantieri della demolizione entro il 15 dicembre. Si partirà, forse, nelle prossime settimane e solo da una parte. Per il moncone di Levante, niente da fare ancora per un po’.