Il Movimento 5 Stelle negli ultimi anni “si è rafforzato enza dubbio, come tutti i populismi del mondo occidentale. D’altronde, quando si sente dire che occorre fare una legge elettorale perché tutti hanno paura di favorire Grillo, significa che il suo movimento va avanti; e che gli strumenti usati finora per fermarlo si sono rivelati inadeguati”. Così Romano Prodi in un’intervista sulle pagine del Corriere della Sera. Prodi mette in guardia dal fare una legge elettorale da fermare Grillo: “Guai a muoversi in questa logica. Le leggi elettorali debbono essere per sempre, comunque per un lungo periodo. La mia esperienza mi dice che approvarne una dettata da un interesse a breve termine di solito finisce per ritorcersi contro chi la fa”. Poi sempre sulla legge elettorale, Prodi si dice “favorevole a una rivisitazione del cosiddetto Mattarellum. Credo sia l’unica maniera per ricreare un minimo di rapporto tra elettori e eletti”.
Per quanto riguarda le possibili alleanze politiche, secondo Prodi “ci può essere magari un’alleanza strumentale col Carroccio, ma il M5S per avere vera forza elettorale deve interpretare l’insoddisfazione in modo generale e esclusivo. Direi onnicomprensivo. E dunque andando al di là di categorie tradizionali come destra, sinistra e centro. La Lega è rimasta ancorata a una rappresentanza parziale, non ha capito il nuovo populismo. Esprime una forza specifica, certo con un’appartenenza forte; ma limitata. Al contrario, il nuovo populismo europeo e statunitense allargano sempre di più l’orizzonte degli interlocutori, e incidono su una gamma sempre più vasta di sensibilità”.
Per quanto concerne la vicenda del Monte Paschi di Siena, Prodi aggiunge: “E’ l’esempio tipico di quello che è successo e che sta accadendo. Sono fatti che alimentano la grande paura. Si tratti di Mps o di Banca Etruria, danno corpo a un’ansia nuova. Dieci anni fa chi temeva che mettendo i soldi in banca poteva perderli? Nessuno prima mi veniva a chiedere: professore, rischio se lascio i soldi in banca? Non è solo questione se si guadagna un po’ di più o di meno. La gente teme di perdere tutto quello che ha. In un momento di stagnazione economica domina la paura di vedere volar via i risparmi di una vita”.
Il risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre “credo – dice Prodi – che si discosti poco da quanto ho detto finora. È parte di una progressiva estraneità del popolo rispetto alle riforme. È successo in Italia un fenomeno simile a quello che si registrò con la bocciatura della Costituzione europea in Francia nel 2005. Il popolo non votò pro o contro il Trattato, ma contro il presidente di allora, Jacques Chirac”.