Via libera del Consiglio di amministrazione Rai alla nomina di Marinella Soldi come presidente di viale Mazzini. Il Cda, riunitosi dopo l’ok ricevuto dall’assemblea degli azionisti di ieri, conferma quindi l‘indicazione del governo con 5 voti a favore e un astenuto, quello di Riccardo Laganà. La palla ora passa nelle mani della Vigilanza convocata a palazzo San Mancuto per mercoledì alle 8. Sarà infatti il Parlamento a mettere il sigillo sulla nomina di Soldi – presidente della Fondazione Vodafone Italia e consigliere indipendente di Nexi, Italmobiliare e Ariston Thermo – che ad ora raccoglie più dissensi che consensi. Il parere della bicamerale guidata da Alberto Barachini è infatti vincolante, e i malumori sul nome proposto dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, sembrano tutt’altro che sedati.
Su Soldi pesa infatti non solo l’insoddisfazione di Fratelli d’Italia per essere rimasta fuori dalla partita dei consiglieri di nomina parlamentare – mal di pancia che potrebbero avere un effetto dirompente sulla tenuta del centrodestra – ma anche quelli di Forza Italia che vede nell’ex di Discovery una figura poco di garanzia e spostata troppo a sinistra. Inoltre anche in casa M5S potrebbero emergere defezioni grazie al silenzio dell’urna, essendo in Vigilanza il voto segreto. La battaglia del partito di Silvio Berlusconi, inoltre, non è ancora conclusa con l’alleato di coalizione e di governo, il Carroccio, che sta tentando una mediazione affinché non venga bocciata la figura espressa da Mario Draghi. Ad ora Soldi non avrebbe i due terzi necessari (27 voti su 40) della Vigilanza Rai per passare indenne la votazione di mercoledì. Uno scenario che – secondo i rumors di viale Mazzini – sta facendo aumentare le perplessità già esistenti nella Soldi stessa. In caso di bocciatura, infatti, la presidente in pectore non resterebbe seduta in Cda e uscirebbe di scena, con ricadute importanti sulla tenuta della maggioranza che sostiene il governo Draghi. La bocciatura della Soldi sarebbe ascrivibile non solo a FdI, ma anche a FI e alcuni dissidenti 5Stelle, che non hanno gradito la nomina di Alessandro Di Majo. Partiti che sostengono l’esecutivo dell’ex capo della Bce.
Che si dica di no a Soldi “è impossibile – si commenta in Parlamento – alla fine si troverà la quadra con a garanzia qualche direttore di rete o tg”. L’ipotesi tuttavia non è così lontana. In questo caso, escluso che si ripeta il voto come fu per Marcello Foa, la nomina tornerebbe in Consiglio di amministrazione, dove è molto probabile che venga eletta Simona Agnes, sostenuta proprio da Forza Italia. Un colpaccio per l’uomo di Arcore che si ritroverebbe non solo il presidente della Vigilanza e il sottosegretario all’editoria, Giuseppe Moles, ma anche il numero uno del servizio pubblico.