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Regeni, ambasciatore italiano torna in Egitto. Ira dei genitori: “È una resa, siamo indignati”

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 “Il governo italiano ha deciso di inviare l’ambasciatore Giampaolo Cantini nella capitale dell’Egitto dopo che – l’8 aprile 2016 – l’allora Capo Missione Maurizio Massari venne richiamato a Roma per consultazioni”. Così in una nota il ministro degli Esteri Angelino Alfano,

“L’impegno del Governo italiano – afferma il ministro Alfano – rimane quello di fare chiarezza sulla tragica scomparsa di Giulio, inviando a Il Cairo un autorevole interlocutore che avrà il compito di contribuire, tramite i contatti con le autorità egiziane, al rafforzamento della cooperazione giudiziaria e, di conseguenza, alla ricerca della verità. In qualità di rappresentante della Repubblica italiana, l’Ambasciatore Cantini curerà gli interessi nazionali in Egitto e la nostra importante comunità in quel Paese”.  E aggiunge: “La nostra decisione è motivata soprattutto dal convincimento che l’ambasciatore Cantini contribuirà, tramite rapporti al più alto livello con le competenti autorità egiziane, al rafforzamento della collaborazione giudiziaria e all’intensificazione di ogni attività utile a progressi nelle attività investigative, perché nessuno spazio sia lasciato in ombra”.

“Il fatto che l’Egitto sia un interlocutore ineludibile su questioni di primaria importanza per l’Italia, come la stabilizzazione della Libia e la lotta al terrorismo, non significa che l’Italia intenda voltare pagina nella ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni”. “Consegnerò all’ambasciatore Cantini una lettera di missione che conterrà tante raccomandazioni per seguire passo passo l’evolversi delle indagini sul caso che ci sta a cuore. In questo senso, le iniziative di cui il nostro ambasciatore si farà carico, toccheranno tre aspetti: politico-diplomatico; contro l’oblio; a sostegno di azioni umanitarie. In ambito politico-diplomatico rientra la decisione di inviare a Il Cairo un esperto italiano incaricato della cooperazione giudiziaria sulla vicenda Regeni”.

Affermazioni che fanno però indignare i genitori di Giulio: “La decisione di rimandare ora, nell’obnubilamento di Ferragosto, l’ambasciatore in Egitto ha il sapore di una resa confezionata ad arte. Sappiamo che il ‘popolo giallo’ di Giulio, le migliaia di persone che hanno a cuore la sua tragedia e la dignità di questo Paese, sapranno stare dalla nostra parte, dalla parte di tutti i Giuli e le Giulie del mondo e non si faranno confondere – conclude la famiglia -. Solo quando avremo la verita sul perché e chi ha ucciso Giulio, quando ci verranno consegnati i suoi torturatori e tutti i loro complici, solo allora l’ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità”. 

La famiglia di Giulio Regeni esprime “indignazione per le modalità, la tempestica ed il contenuto della decisione del governo italiano di rimandare l’ambasciatore al Cairo”. “Dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi è stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio – spiegano il papà e la mamma di Giulio Regeni -. Solo quando avremo la verità l’ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità”.

Pronta la risposta del premier Paolo Gentiloni: “L’ambasciatore italiano al Cairo avrà, tra l’altro, il compito di contribuire alla azione per la ricerca della verità sul l’assassinio di Giulio Regeni. Una ricerca su cui prosegue la collaborazione tra le Procure dei due paesi, come chiarito oggi dal Procuratore Pignatone. Un impegno al quale non rinunceremo, come ho confermato anche oggi ai genitori di Giulio Regeni”. 

Poi la promessa di Alfano: “Giulio non verrà dimenticato: contro l’oblio gli verrà intitolata l’Universita’ italo-egiziana, nonché l’auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura a Il Cairo; verranno organizzate cerimonie commemorative nel giorno della sua scomparsa in tutte le Sedi istituzionali italiane in Egitto. Ci stiamo inoltre attivando affinché ai Giochi del Mediterraneo di Spagna del 2018 la memoria di Giulio sia ricordata dagli atleti partecipanti. Sul piano umanitario, saranno incrementati i progetti di cooperazione allo sviluppo finanziati dall’Italia nel campo della tutela e della promozione dei diritti umani”, sottolinea il ministro. 

“Nell’ambito della collaborazione nelle indagini sull’omicidio di Giulio Regeni vi è stato un colloquio telefonico nella mattinata di oggi tra il procuratore generale della Repubblica araba d’Egitto ed il procuratore Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone”, si legge invece in una nota diffusa in serata dalla procura. Pignatone “ha ringraziato per il lavoro fatto che segna un ulteriore passo avanti nella collaborazione”. 

Il procuratore generale della Repubblica araba d’Egitto, Nabil Ahmed Sadek, e Pignatone hanno “concordato un nuovo incontro tra i due uffici da organizzarsi dopo la riunione di sttembre per fare assieme il punto della situazione e confrontarsi su quanto sin qui raccolto e sui possibili ulteriori sviluppi”. Sadek ha “rappresentato che, come già preannunciato nel maggio scorso, è stata poi effettivamente affidata ad una società esterna l’attività di recupero dei video della metropolitana, attività che inizierà nel mese di settembre con una riunione tra la società e la Procura egiziana ed a cui saranno invitati a partecipare anche rappresentanti della Procura di Roma”. 

“Sono stati nuovamente ascoltati, come richiesto da Procura di Roma, tutti i poliziotti che hanno avuto un ruolo negli accertamenti seguiti alla denuncia del capo dei sindacati indipendenti degli ambulanti al Cairo; la consegna di quanto raccolto alle autorità italiane è stata completata oggi”. E’ quanto rende noto un comunicato congiunto tra la Procura di Roma e la Procura Araba d’Egitto. “Entrambe le parti hanno assicurato che le attività investigative e la collaborazione continueranno fino a quando non sarà raggiunta la verità in ordine a tutte le circostanze che hanno portato al sequestro, alle torture e alla morte di Giulio Regeni”, conclude la nota.

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