Boris Johnson le prova tutte per rilanciare la propria immagine. Il premier britannico corteggia gli elettori con promesse di “una casa per tutti”, blandisce gli oltranzisti del partito conservatore andando allo scontro aperto con Bruxelles e si presenta al mondo come il più leale alleato dell’Ucraina. A causa dello scandalo ‘partygate’, le feste illecite a Downing Street durante il lockdown, la popolarità di Johnson è crollata sia tra gli elettori che all’interno del suo partito. Il premier è sopravvissuto al voto di sfiducia, ma il 41% dei deputati Tory ha votato contro di lui. Per questo Johnson ha deciso di schiacciare l’acceleratore su vari fronti.
Il premier ha dichiarato che tutti potranno “realizzare il sogno di diventare proprietari di una casa”, anche le persone a basso reddito, che invece di affittare potranno utilizzare i sussidi statali per pagare un mutuo a condizioni agevolate. L’annuncio è chiaramente ispirato al programma di ‘diritto all’acquisto’ delle case popolari a prezzo scontato che Margaret Thatcher aveva avviato nel 1980 e che era stato un grande successo, galvanizzando la popolarità della Lady di ferro. La promessa è accattivante, anche se i dettagli sono vaghi e gli esperti sono scettici.
Il premier, che deve il suo successo nel partito anche alla linea dura su Brexit, ha deciso poi di puntare su quella che viene definita ‘l’opzione nucleare’. Dopo mesi di negoziati infruttuosi con Bruxelles per modificare il Protocollo irlandese, lunedì verrà presentato in Parlamento un disegno di legge che modifica unilateralmente gli accordi siglati nel 2019 che mantengono l’Irlanda del Nord nell’orbita Ue.
Così facendo Johnson accontenta gli unionisti anti-Ue del Dup, che si rifiutano di formare un governo in Irlanda del Nord finchè il protocollo resterà in vigore. Accettando il loro ricatto, però, va allo scontro aperto con l’Ue, che potrebbe portare a una guerra commerciale con il maggiore partner, con gravi conseguenze per un’economia già in crisi come quella britannica. Un’azione unilaterale per revocare un trattato internazionale siglato di recente, inoltre, potrebbe danneggiare in modo insanabile la reputazione della Gran Bretagna come Paese che rispetta gli accordi presi.
Anche per questo Johnson sta agendo per rafforzare la sua immagine sul palcoscenico mondiale come grande alleato dell’Ucraina. Nonostante la crisi economica, il governo britannico continuerà a inviare armi e aiuti a Kiev, perchè “è la cosa giusta da fare”, ha detto il premier, che è stato apertamente lodato dal presidente Zelensky ed è stato perfino nominato ‘cosacco onorario’ dalla comunità cosacca del nord dell’Ucraina.