Matteo Renzi ha scelto il luogo simbolo della ferocia nazifascista in Toscana, Sant’Anna di Stazzema (Lucca), per ribadire che il Pd ha nell’antifascismo le sue radici e i suoi valori condivisi. Lo ha fatto anche in risposta al leader della Lega Matteo Salvini che aveva ironizzato sull’anagrafe antifascista istituita proprio dal Comune della cittadina toscana posta alle pendici delle Alpi Apuane.
Il segretario dem ha raccolto buona parte dello Stato maggiore del suo partito nel borgo dove il 12 agosto del 1944 i soldati nazisti della Sedicesima Panzergrenadier-Division “Reichsführer SS” e “membri della Trentaseiesima brigata “Mussolini”, travestiti con divise tedesche, trucidarono 560 civili inermi, prevalentemente anziani, donne e bambini, proseguendo una scia di sangue che sarebbe poi giunta fino a Marzabotto (Bologna).
“Mi sembrava giusto fare un gesto semplice, tranquillo dopo tutte le polemiche”, ha detto Renzi parlando, questa mattina, con le persone che l’hanno accolto a Sant’Anna di Stazzema per la firma dell’anagrafe antifascista. Tra i primi che gli si sono fatti incontro, il presidente dell’associazione dei martiri di Sant’Anna, Enrico Pieri, e altri reduci del massacro. Con loro Renzi si è intrattenuto per alcuni minuti. E parlando con loro ha detto: “Mi pare esagerato chi dice siamo a un passo da un nuovo fascismo ma, attenzione, rispetto a valori dell’antifascismo non si indietreggi neanche di un centimetro”.
Secondo il segretario dem, “essere antifascisti è un valore che va rivendicato, è costitutivo della nostra democrazia” e “antifascista deve essere il Pd come tutte le altre forze politiche, altrimenti non si ha dignità di far parte della comunità democratica italiana”. Poi, ricostruendo la tragedia del 12 agosto del 1944 ha sottolineato che “i nazisti non avrebbero potuto fare tutto quello che hanno fatto, arrivare fin quassù, se non fossero stati accompagnati dai fascisti, dagli italiani” e che “il nostro Paese è stato corresponsabile”, che quanto avvenne in quella tragica mattina “non fu un film, queste cose sono accadute davvero”.
Il segretario dem, passando dalla storia all’attualità, ha aggiunto: “Non pensiamo che il nostro Paese stia vivendo quella fase, parole di verità impongono di dire che la nostra democrazia è forte, solida, più forte di ogni rischio totalitario. E chi paragona la condizione di oggi alla stagione prefascista commette un errore politico perché nega la realtà che stiamo vivendo. Non abbiamo paura che domattina venga la dittatura ma ci impegniamo a lottare per l’educazione”. E riferendosi ai fatti di Macerata e alla tentata strage di stampo razzista perpetrata da Luca Traini ha sottolineato che “chi legge Mein kampf legge il libro del male assoluto”, mentre sull’aggressione al brigadiere Luca Belvedere, colpito dagli antagonisti a Piacenza durante una manifestazione antifascista, ha ribadito che “picchiare un carabiniere non è un gesto antifascista ma solo criminale”.
Con Renzi a Sant’Anna di Stazzema erano presenti anche i ministri Valeria Fedeli, Maurizio Martina, Andrea Oralndo e Graziano Delrio. “Per noi è cruciale essere qui oggi, ribadire con grande determinazione il nostro impegno antifascista, contro ogni violenza, intolleranza”, ha detto Martina. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha invece invitato Matteo Salvini “a confrontarsi con i superstiti di Sant’Anna”, anche per “conoscere la storia e conoscere la nostra Costituzione”. Per il ministro della Giustizia Andrea Orlando “uno dei fondamenti della nostra Repubblica è il carattere antifascista della nostra Costituzione”. Graziano Delrio ha chiosato affermando che “abbiamo bisogno di onorare i nostri morti perché loro ci hanno garantito la libertà, hanno garantito, questi martiri, 70 anni di pace all’Europa e quindi all’Italia, e dal loro sangue è nata la Costituzione, sono nati i valori repubblicani e i valori dell’antifascismo”.
