In Senato “nessuno asfalterà nessuno”. Con il passare delle ore Matteo Renzi se ne convince sempre di più. A palazzo Madama “non credo avranno la maggioranza”, ripete. Non solo. “Sono preoccupati per i 316 voti alla Camera adesso”, azzardano nel quartier generale di Italia viva. Domani alle 12 Giuseppe Conte si presenterà nell’aula di Montecitorio, dove la maggioranza giallorossa non ha mai avuto grossi problemi di numeri. E se in questi giorni il ‘pallottoliere’ si è concentrato sul Senato, adesso anche le chat dei deputati sono intasate dai conti: 191 sono i deputati M5S (ma il presidente della Camera Roberto Fico non vota e una pentastellata è in isolamento), 92 quelli Pd, 12 i parlamentari di Leu. A questi si aggiungono gli 11 voti del Centro democratico di Tabacci, i 3 del Maie e i 4 delle minoranze linguistiche. Totale 311. In extremis sono arrivati i due sì alla fiducia annunciati dai due ex Iv Vito De Filippo e Michela Rostan. E ci sono poi 13 deputati senza componente, ma non tutti – viene spiegato – diranno sì al premier. Il voto di Montecitorio “fornirà una prima fotografia”, viene spiegato. Poi le trattative proseguiranno, nella lunga notte tra lunedì e martedì, fino al fatidico pronunciamento del Senato.
“Stanno puntando a quota 161, l’obiettivo resta quello”, è convinto Renzi. Il leader, adesso, aspetta. Da ‘giocatore d’azzardo’ resta in attesa, cercando di non ‘abboccare’ alle “manfrine tattiche” degli ex compagni di strada. “Se viene fuori che non ci sono i numeri, i ‘Mastella boys’ vengono fuori come funghi. O almeno sperano”, è il ragionamento. Strategici, per Renzi, anche i toni ultimativi che vengono dal Pd. “Li useranno fino a martedì, per farmi paura”, azzarda con i suoi. E’ un gioco di nervi. Più che a Renzi si punta ai suoi parlamentari renziani. Giuseppe Provenzano lo dice chiaro: “Non tutti i parlamentari di Iv la pensano come lui”. I gruppi – per ora – tengono. Due le defezioni alla Camera, con i colonnelli sempre all’erta per serrare i ranghi in Senato.
Per il resto la strategia non cambia. L’obiettivo non è “mai stato” quello di “cacciare Conte”, ripete il leader. I veti “non sono sulle persone ma sulle cose”. “Io sono disponibile a dare una mano e a ragionare, ma a un Governo che ha 80mila morti e non prende il Mes sulla sanità noi la fiducia non la votiamo”, mette in chiaro. Sì, ribadisce, allo scostamento di bilancio, ai decreti ristori e a tutte le misure che serviranno per contrastare il Covid, perché “Iv non sarà mai all’opposizione dell’Italia”, chiunque sia il premier, “anche D’Alema”. No, però, avverte a “banchi a rotelle bis, o a nuovi denari buttati come con il cashback”. Italia viva, insomma, non sarà “compartecipe di un disegno mediocre, senza respiro. Di chi pensa che la politica sia solo accomodamento di poltrone. Sono disponibili a cambiare le cose? Ci siamo. Sennò amici come prima”. Pronti, almeno l’ex premier, ad andare all’opposizione.