“Grillo vince se denuncia il male. Non se prova a cambiare. Quei ragazzi sono già divisi, si odiano tra gruppi dirigenti, fanno carte e firme false per farsi la guerra. Ma sono un algoritmo, non un partito“. Così l’ex premier Matteo Renzi in una lunga intervista su Repubblica, la prima dopo il referendum, parla del Movimento cinquestelle. “Lui – aggiunge Renzi riferendosi a Grillo – è il Capo di un sistema che ripete ai seguaci solo quello che vogliono sentirsi dire, raccogliendo la schiuma dell’onda del web”.
Ma i pentastellati non ci stanno e su Twitter arriva la replica alle parole dell’ex presidente del Consiglio. “Algoritmo: ‘procedimento semplice per risolvere problemi complessi’. Sì, Renzi, noi siamo questo. Risolviamo i problemi causati da te“, cinguetta il deputato Danilo Toninelli. Il parlamentare critica poi i quotidiani per le interviste al segretario del Pd e a Silvio Berlusconi. “Intere pagine di Repubblica e Corriere per Renzi e Berlusconi. Fiumi d’inchiostro per chi ha distrutto Paese.Capito perché crollo vendite?”.
RILANCIARE IL PD. In ogni caso anche il Pd, secondo l’ex premier, “deve riflettere”. “Le nuove polarità sono esclusi e inclusi, innovazione e identità, paura e speranza. Gli esclusi sono la vera nuova faccia delle disuguaglianze, dobbiamo farli sentire rappresentati. L’identità è ciò che noi siamo, senza muri e barriere, e non dobbiamo lasciarla alla destra. Quanto all’innovazione, è indispensabile per non finire ai margini, ma ne ho parlato in termini troppo entusiastici, bisogna pensare anche ai posti di lavoro che fa saltare. Insomma, c’è un gran da fare per la sinistra“.
“Lanceremo una nuova classe dirigente, gireremo in lungo e largo l’Italia, scriveremo il programma dei prossimi cinque anni in modo originale. Siamo ammaccati dal referendum ma siamo una comunità piena di idee e di gente che va liberata dai vincoli delle correnti. Ci sarà da divertirsi nei prossimi mesi dalle parti del Nazareno”, assicura Renzi.
La sconfitta al referendum “brucia eccome se brucia”, ribadisce poi l’ex premier, ammettendo che “il vero dubbio è stato se continuare o lasciare. Ma poi uno ritrova la voglia e riparte”. Alla domanda se davvero ha pensato di uscire dalla politica, Renzi risponde: “Sì, nei primi giorni. Mi tentava… un po’ per curiosità, un po’ per arroganza”. Poi però qualcosa è cambiato: “Ho pensato che solo il vigliacco scappa nei momenti di difficoltà. Ho ripensato alle migliaia di lettere ricevute, al desiderio di futuro espresso da milioni di persone. La nostra battaglia è appena incominciata”.