Mano tesa da una parte, alcune bacchettate dall’altra. E’ il metodo scelto dal premier Paolo Gentiloni per affrontare nella usuale conferenza stampa di fine anno le prevedibili domande sull’argomento Roma e le relative difficoltà della Giunta della sindaca di Virginia Raggi. Il premier si dice “disponibilissimo” a vedere la prima cittadina ed incontrarla “per lavorare nell’interesse della Capitale”. Secondo Gentiloni non si tratta semplicemente di “un dovere istituzionale” ma di un “fatto concreto” perché il governo “deve avere cura della Capitale d’Italia che è il nostro biglietto da visita”.
Il presidente del Consiglio, che nelle primarie del centrosinistra del 2013 vinte poi da Ignazio Marino si era candidato anch’egli al ruolo di sindaco di Roma giungendo terzo, sottolinea come aspetto fondamentale per la crescita della capitale d’Italia non solo “la buona e ordinaria amministrazione”, ma anche “l’ambizione della città”. Il riferimento chiaro è allo stop imposto dalla Giunta del Movimento 5 Stelle alla candidatura della Capitale ai Giochi del 2024 nella quale era in lizza con altre metropoli come Parigi, Los Angeles e Budapest. “Quando Roma rinuncia a progetti ambiziosi, e penso alla possibilità di ospitare le Olimpiadi, io ritengo che faccia un errore perché oggi la competizione tra le grandi metropoli è basata sull’ambizione”, dichiara prima di potenziare la sua tesi con un paragone con Milano che una volta invidiava “il dinamismo” di Roma ed ora ha cambiato marcia. “Ora mi auguro che Roma recuperi la sua ambizione e vocazione storica perché non ha eguali, ha un’esclusiva permanente nel mondo”, l’augurio di Gentiloni da leader del governo ma anche da cittadino romano.