(LaPresse) Cimitero del Flaminio-Prima Porta. Il più grande d’Italia. Una città nella città con un dedalo di strade che attraversano per chilometri la campagna romana sulla via Flaminia. Nello scorso bienno il comune di Roma ha stanziato di 14 milioni di euro per la manutenzione più altri 8,3 milioni per l’appalto triennale ad Ama per la cura del verde. Ma ad oggi, al cimitero Flaminio, si può vedere tutto tranne che la cura del verde e la manutenzione. A parte i furti, recentemente addirittura delle lapidi, e le difficoltà soprattutto sul fronte delle cremazioni Prima Porta è diventato in molte sue parti una giungla incolta e maleodorante.
I locali dei loculi sono fatiscenti, per lo più invasi di muffe, sporcizia e crepe. Ovunque cattivo odore e perdite di acqua mista a guano. Per chi ha i propri cari sepolti a terra la situazione è ancora peggiore. L’erba in alcuni punti supera le lapidi, alcune sono interamente sepolte e difficili da trovare. “E’ una vergogna, con tutto quello che paghiamo”, si sfoga una signora in lacrime. “Mia sorella è morta nel 2021, vengo praticamente tutti i giorni e non ho mai visto questo posto sistemato. Tempo fa, qui vicino, c’era una perdita d’acqua che è durata un’anno. Era tutto allagato. Non è dignitoso”. A peggiorare la situazione la mancanza d’acqua in molte delle fontanelle presenti nel cimitero.