Dopo le polemiche a distanza, gli sms ed i comunicati stampa ‘piccati’ da una parte e dall’altra, arriva il primo incontro fra la sindaca di Roma Virginia Raggi, ed il ministro dello Sviluppo Ecomonico, Carlo Calenda. Un’ora o poco meno di chiaccherata nella sede del Mise per evitare che il ‘tavolo per Roma’ naufragasse ancora prima di iniziare.
“E’ andata bene, ci siamo chiariti”, le parole di Raggi al termine della riunione alla quale ha preso parte anche l’assessore al bilancio capitolino, Gianni Lemmetti. “I rispettivi tecnici hanno avuto modo di conoscersi e stanno lavorando insieme. Si incontreranno la prossima settimana in vista del tavolo del 17 ottobre”, che resta dunque confermato.
Le nuvole quindi, almeno fino al ‘d-day’ in cui il caffé pomeridiano verrà sostituito da un incontro tecnico su problematiche concrete, sembrano diradarsi. A rompere gli indugi sono state soprattutto le parole dure di mercoledì sera del ministro Calenda. In un comunicato il numero del Mise aveva parlato di situazione che stava “rapidamente superando la soglia del ridicolo”. Calenda lamentava un mancato contatto con Raggi ad eccezione di “un sms di circostanza” e “lettere sconclusionate” sui piu vari argomenti mentre “tutte le altre istituzioni, a partire dalla Regione e dalle Associazioni si sono immediatamente attivate mettendo a disposizione idee, progetti, staff e tecnici mentre l’unico riferimento indicato dalla sindaca è il suo portavoce“. Calenda concludeva con la richiesta di un incontro urgente “entro 48 ore” con la sindaca.
Una stretta di mano che è arrivata in un pomeriggio assolato delle classiche ‘ottobrate’ romane. Sull’esito della vicenda commento positivo da parte del Pd con Stefano Pedica: “Finalmente habemus tavolo per Roma. Ora Raggi non sciupi questa occasione, è troppo importante per la città – dice – nell’incontro con il governo, Raggi pensi prima di tutto ai romani”.
Poca fiducia invece da parte di Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia: “Aver appreso dall’incontro di oggi che saranno i rispettivi ‘sottopanza’ a istruire il tavolo di lavoro del 17 ottobre anziché un’autorevole schiera di esperti, economisti, urbanisti, accademici, uomini di cultura, fa tremare le vene dei polsi”,