La Juventus ha rischiato di perdere, la Roma non ha voluto vincere, il pareggio dell’Olimpico si può raccontare in questo modo, con una serie di riflessioni a margine. La prima: solo una doppietta di Ronaldo ha messo una pezza su una prestazione al di sotto delle aspettative dei campioni d’Italia, soprattutto alla luce dell’esordio scoppiettante della settimana scorsa. La sensazione è che il centrocampo ‘finale’ dei bianconeri, con Arthur e Bentancur, sia più forte e affidabile rispetto a quello composto da McKennie e Rabiot. Il problema è quello degli equilibri tattici, da rivisitare abbastanza in fretta perché alla prossima c’è il Napoli. La seconda: i giallorossi sono venuti a mancare quando si sono trovati in vantaggio di gol (per la doppietta di Veretout) e di uomini (per il rosso a Rabiot), mezz’ora a disposizione per seppellire il match, invece i campioni d’Italia hanno rimontato e Dzeko si è divorato un paio di chance colossali. La terza e ultima: nulla può essere definitivo adesso, soprattutto con il mercato ancora aperto.
Non è stata la stessa Juventus dell’esordio contro la Sampdoria, anche perché – banalmente – la consistenza della Roma è assai diversa sotto il profilo della qualità e del gioco. Fonseca ha ‘incartato’ Pirlo tenendo la squadra sempre cortissima, intasando gli spazi, sfruttando le ripartenze, affidandosi a Dzeko, sì, ma anche all’abilità di Pedro e al talento di Mkhitaryan. La Juventus è stata per un pezzo molle e prevedibile, squilibratissima, con Morata in attacco a fianco di Ronaldo, con Ramsey in posizione di trequartista e Kulusevski in quella di quarto di destra nella linea di centrocampo. Niente di cosa si era ammirato nella vittoria della prima giornata si è rivisto all’Olimpico, da McKennie (poco determinante nei break, poco preciso in fase di impostazione) a Kulusevski (così esterno funziona meno), allo stesso Morata (quasi mai presente nelle manovre d’attacco): i nuovi hanno inciso poco e poco pure i vecchi, troppi palloni persi, troppo rischioso difendersi andando sempre in avanti. Non è un caso se all’intervallo i bianconeri si sono ritrovati negli spogliatoi sotto di un gol, frutto della doppietta di Veretout (un gol su rigore per fallo di mani di Rabiot, un altro in capo a un contropiede purissimo oltre che bellissimo) e del penalty trasformato da Ronaldo (braccio di Pellegrini).
Per un tempo la Juventus non ha mai tirato in porta e mai è stata pericolosa, a differenza della Roma che dopo pochi minuti poteva sbloccare il risultato con Mkhitaryan e che ha tenuto sotto pressione i campioni d’Italia. Più o meno come ad inizio della ripresa, quando Dzeko ha avuto la palla per chiudere la partita ma la sua conclusione, a porta spalancata, ha centrato il palo esterno. Dzeko che poco dopo di occasione se n’è divorata un’altra, gigantesca. Per cambiare andazzo, Pirlo dopo un quarto d’ora ha cambiato McKennie con Arthur e Morata con Douglas Costa, anche se i suoi piani hanno rischiato di andare in fumo per l’espulsione di Rabiot (doppia ammonizione). L’inserimento di Bentancur al posto di Ramsey è coinciso con il pareggio di Ronaldo, di testa, con uno stacco che lo ha portato in cielo. Poi è calato il sipario.