Prove di disgelo fra governo e mondo delle imprese. Dopo la lettera del vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio al Sole 24 Ore, l’altro vicepremier, il leghista Matteo Salvini, ha incontrato al Viminale quindici associazioni delle categorie produttive che avevano protestato a Torino a sostegno della Tav e per chiedere politiche economiche orientate alla crescita: da Confindustria, ad Ance a Legacoop, a Confagricoltura e Confesercenti, a Confcommercio. “Incontro concreto, proficuo” della durata di due ore “positive”, ha commentato Salvini per cui “inizia un percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per il rilancio dell’economia e del Paese”.
A Salvini sono state illustrate le “ragioni e le premure del mondo di chi produce sulla crescita che è nell’interesse del Paese”, ha spiegato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia esprimendo soddisfazione perché queste istanze “si cominciano ad ascoltare”. Sono le istanze di un mondo che riunisce 3 milioni di imprese, che muovono il 65% del Pil e di circa 13 milioni di occupati.
Nell’incontro, focus anche sul tema infrastrutture e grandi opere. Confagricoltura ha sollecitato a investire nella modernizzazione delle infrastrutture e nella diffusione delle più avanzate tecnologie per rendere le imprese agricole competitive. “Auspichiamo che nella prossima manovra venga posta una maggiore attenzione al tema degli investimenti, con politiche di strategia di lungo termine per un settore che dovrebbe essere posto tra le priorità delle scelte economiche del nostro Paese”, ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
Fa eco alla richiesta del mondo agricolo, quella del settore del commercio. “L’Italia ha bisogno di più crescita, più occupazione e, dunque, di più investimenti che vanno progressivamente riportati al livello pre-crisi del 3% del Pil. In particolare, servono investimenti infrastrutturali per sanare carenze che pesano sugli scambi commerciali e sul turismo e che fanno perdere al nostro Paese circa 34 miliardi di euro di PIL all’anno”, è la posizione di Confcommercio per voce del Vice Presidente Vicario della Confederazione, Lino Stoppani.
Non solo infrastrutture al centro del tavolo sul quale i ‘caffé’, promessi nell’invito da parte di Salvini e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti al fronte delle categorie produttive, sono alla fine arrivati. Le attese del mondo imprenditoriale, a partire proprio da Confindustria, riguardano un riequilibrio della manovra sul versante della crescita. Dal numero uno degli industriali Boccia la sollecitazione a modificare la manovra prima che l’Europa imponga di farlo poi: “Come abbiamo indicato a Torino il governo ha di fronte a se’ una emergenza, superare quanto prima la procedura di infrazione. Avere dato un mandato forte politico al premier è un elemento essenziale, proprio per tentare di arrivare a una soluzione. E lo vediamo come un fatto positivo”.
Martedì un altro appuntamento con l’esecutivo per gli imprenditori: incontreranno l’alleato penstastellato del leghista Salvini, il vicepremier Di Maio, con cui si confronteranno al ministero dello Sviluppo economico per inaugurare l’annunciato tavolo sulle Pmi.