Il giorno dopo la pubblicazione del decreto del governo che mette in fila le attività che potranno stare aperte in questa nuova fase dell’emergenza coronavirus, i sindacati insorgono e minacciano scioperi e mobilitazioni. E oltre a giudicare troppo ampio lo spettro delle aperture, lamentano anche che il governo abbia allargato il numero delle imprese esentate dalla chiusura senza consultarli.
I primi a imboccare il sentiero di guerra sono i metalmeccanici della Lombardia che hanno proclamato otto ore di sciopero per mercoledì 25. Ma già oggi si sono bloccati i lavoratori del settore aerospazio e sono numerose le mobilitazioni spontanee in atto in numerosi settori: intanto da domani anche i bancari sono pronti alla mobilitazione.
A criticare le iniziative è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che in una serie di interviste definisce “incomprensibili” le scelte dei sindacati e lancia l’allarme. “Il 70% delle imprese rischia di non riaprire con perdite fino a 100 miliardi al mese”.
A difendere le scelte del governo è anche il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli che nega con decisione le accuse di chi lamenta cedimenti agli industriali. “Abbiamo analizzato le richieste e siamo giunti ad una sintesi soddisfacente”, assicura.