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Scoppio nell’alessandrino: per gli inquirenti esplosione voluta

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Tragedia nell’alessandrino. Due esplosioni e poi un crollo in una cascina hanno provocato la morte di 3 pompieri e tre feriti. E’ accaduto a Quargnento nella notte tra lunedì e martedì. Col passare delle ore ha preso corpo l’ipotesi che le deflagrazioni siano state di natura dolosa, come confermato dal procuratore capo di Alessandria Enrico Cieri. All’interno del cascinale, disabitato, sono state trovate bombole di gas, inneschi e timer. “Tutto ci fa pensare che l’esplosione sia stata voluta e deliberatamente determinata – ha detto il procuratore -. Dagli elementi che abbiamo acquisito pensiamo sia un fatto doloso”. Ma gli investigatori escludono la matrice eversiva, come spiegato dal questore di Alessandria Michele Morelli. Sono stati i vicini ad allertare i vigili del fuoco. Hanno sentito un botto, “uno scoppio esagerato, un’onda d’urto che ha lasciato senza fiato”. Dopo la seconda esplosione, il crollo di cui sono rimasti vittime i tre pompieri. Immediato il cordoglio delle istituzioni. A esprimerlo la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, per la scomparsa durante il servizio dei vigili del fuoco esperti Matteo Gastaldo e Marco Triches e del vigile del fuoco Antonino Candido. La ministra si è recata sul luogo della tragedia e in ospedale per rivolgere un augurio di pronta guarigione al caposquadra dei vigili del Fuoco Giuliano Dodero, al vigile Luca Trombetta e al carabiniere Roberto Borlengo, rimasti feriti. “Sono molto provati, pensano e parlano dei colleghi che non sono più con loro, non pensano a se stessi ma a chi non c’è più”, ha detto la titolare del Viminale. Straziante la telefonata con cui Borlengo chiede aiuto alla centrale operativa: “Manda qualcuno, è esploso tutto. Manda veloce, sono tutti feriti. Sono sotto qualcosa, non so cosa, sto malissimo. Siamo tutti cotti, digli di fare in fretta, Pasquà, è crollato tutto qua. Stanno morendo”, dice disperato il militare. In sottofondo si sentono i lamenti e le urla strazianti dei feriti. “Ho perso sicuramente un occhio. Fai venire tutti. Io ho un piede che è sotto una maceria. Sto perdendo un sacco di sangue, sto quasi per svenire, te lo dico. Chiama anche l’elicottero. Siamo tutti seppelliti sotto le macerie. Dio mio. Ma dimmi te se devo morire così a 31 anni. Porta del ghiaccio”. “Sento qualcuno che grida aiuto, chi è?”, domanda il collega dall’altra parte della cornetta. “I vigili”. La morte dei tre vigili del fuoco a Quargnento “addolora tutta l’Italia”, sono state le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Ho appreso con profonda tristezza la notizia — ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella —, esprimo al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco la mia solidale vicinanza, rinnovando il profondo sentimento di fiducia e di riconoscenza per la generosa dedizione al servizio della collettività”. Con il cordoglio è arrivata anche la denuncia del sindacato, per voce di Fp Cgil: “Si aggiunge però, al dolore per il lutto subito, la rabbia perché ci sentiremo chiamare di nuovo eroi dai cittadini, che amiamo e difendiamo, e dalla politica che non fa altro che fare promesse ed usarci per illuminare la propria immagine, promesse però che di fatto non mantiene mai. Siamo dipendenti pubblici senza le tutele minime riconosciute a tutte le altre categorie di lavoratori, Senza copertura Inail, e pertanto i nostri colleghi feriti dovranno sostenere le spese mediche. Questo non è più accettabile. A riflettori spenti la politica si dimenticherà nuovamente del grido di allarme che da tempo ed insistentemente noi come FP CGIL Piemonte stiamo lanciando. Per favore non chiamateci più Eroi perché, a pensarci bene, sembriamo sempre un po’ di più Martiri”.

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