(LaPresse) – La già difficile rincorsa Champions della Juventus sembra diventare sempre più un percorso a ostacoli. I bianconeri non riescono a dare continuità alla loro stagione e, dopo la gioia insperata per il raggiungimento del primo posto nel girone di coppa a scapito del Chelsea, al ‘Penzo’ arriva l’ennesima retromarcia che rischia di allontanare ancor più la Vecchia Signora dal quarto posto. Il Venezia infatti strappa con merito il pareggio a Bonucci e compagni, replicando con l’eurogol di Aramu dopo dieci minuti dalla ripresa alla zampata firmata da Morata nella prima frazione. Gli ospiti infatti durano un tempo e nella seconda parte di gara palesano le solite difficoltà, enfatizzate ancor più dalla uscita di scena in avvio di Dybala per infortunio. La squadra di Allegri fatica tremendamente in fase di costruzione e, soprattutto, non può appoggiarsi a un vero bomber d’area di rigore, che sarebbe tanto utile soprattutto in questo tipo di partite. I veneti dopo un inizio timido percepiscono di potersela giocare alla pari e con una ripresa arrembante strappano un pareggio fondamentale nella lotta salvezza, che interrompe la striscia negativa di tre sconfitte in successione.
Dybala out dopo 10 minuti
Allegri ne cambia sette rispetto alla partita vinta sul Malmoe, con il ritorno di Morata al centro dell’attacco, supportato da Cuadrado, Bernardeschi e Dybala, anche se la partita di quest’ultimo dura appena dieci minuti per un problema al ginocchio che costringe il tecnico toscano a buttare subito nella mischia io giovane Kaio Jorge. A sinistra si rivede Pellegrini, preferito ad Alex Sandro, dalla parte opposta rientra De Sciglio dal 1′. Tante novità anche in casa Venezia dopo la bruciante sconfitta con il Verona, capace di rimontare da 3-0 a 3-4. Su tutte, l’inserimento al centro della difesa di Modolo, al debutto da titolare in Serie A, al posto dello squalificato Ceccaroni, finora sempre presente. In attacco agisce il tandem Johnsen-Herny con Aramu alle loro spalle. La prima palla vera gol della partita capita proprio a Kaio Jorge, che entrato a freddo al 13′ non trova il guizzo e la cattiveria giusta per convertire in rete la sponda di de Ligt. Senza Dybala la Vecchia Signora perde imprevedibilità in fase di possesso, anche perché il giovane brasiliano fatica a trovare gli spazi per far male. Gli ospiti ci provano così in particolare con soluzioni da fuori area (come quella di Cuadrado dopo neanche un quarto d’ora). Tra le poche note liete c’è l’asse mancino Pellegrini-Morata, che prima produce una conclusione dello spagnolo respinto da Romero, poi – al 32′ – porta al vantaggio bianconero con il tocco dell’ex Chelsea e Atletico Madrid in anticipo su Caldara a raccogliere l’ottimo cross del compagno. Il Venezia è in sofferenza per buona parte del primo tempo, ma mai rinunciatario. Henry prima e Crnigoj dopo sparano alto dalla distanza, così la chance migliore capita sui piedi di Cuadrado, che in contropiede pecca di egoismo tentando un diagonale che finisce a lato di un soffio.
La Vecchia Signora manca il 2-0 e nella ripresa viene presto punita. I ragazzi di Zanetti infatti entrano in campo con un altro piglio, mentre la Juve ‘esce’ clamorosamente dalla partita e subisce il ritorno veemente dei padroni di casa, sempre sostenuti dal loro pubblico. Busio spaventa i bianconeri al 5′, cinque minuti più tardi Aramu con una magia di prima intenzione da fuori area trova una traiettoria imprendibile per Szczesny. Le squadre si allungano e in questa situazione è il Venezia a sembrare maggiormente a proprio agio. Pellegrini con un anticipo miracoloso anticipa Henry appostato in area, dalla parte opposta Romero è prodigioso sul tentativo a colpo sicuro di Bernardeschi. La Vecchia Signora non riesce a riorganizzarsi e ad attaccare con un filo logico, affidandosi ad iniziative estemporanee dei singoli che ogni tanto producono ripartenze del Venezia, sempre insidioso. Allegri tenta il tutto per tutto in extremis puntando sulla gioventù di Kean e – nell’ultima manciata di minuti – di Soulé, ma la scossa non arriva. E la zona Champions si allontana ancora di più.