Terrorismo, esaltazione sovranista, cybersecurity. Le “minacce da fronteggiare” si evolvono e “il mondo libero è meno stabile nelle proprie scelte e negli equilibri istituzionali e di governo”, ma anche “se le minacce non mancano e gli italiani non possono sentirsi al sicuro a prescindere, possiamo contare sulla nostra intelligence”. Sono trascorsi dieci anni dalla riforma dei servizi segreti e Paolo Gentiloni approfitta delle celebrazioni che si svolgono alla presenza delle più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Senato Pietro Grasso e ai vertici degli 007, per congratularsi con gli uomini e le donne della sicurezza.
“Penso che gli italiani siano consapevoli – esordisce – che il lavoro degli uomini e delle donne del sistema di sicurezza abbia contribuito a mantenere la sicurezza del Paese e nel Paese”. “Abbiamo in larga misura ridimensionato la minaccia terroristica. L’anno che abbiamo alle spalle è quello della sconfitta militare di Daesh – ricorda il premier – tuttavia la diluizione e la diffusione della minaccia presenta pericol