Entravano nel sistema di video sorveglianza di case private ma anche di piscine e palestre, spiavano le persone ignare di tutto e rivendevano i video sul web per 20 euro. Due sono i gruppi scoperti dalle indagini della polizia postale e di Stato di Milano, 11 le persone al momento indagate nell’operazione Rear window. I gruppi pubblicizzavano su Telegram i video e li vendevano singolarmente, dando anche l’opportunità, con un abbonamento di altri 20 euro, di entrare nel gruppo ‘vip’ dove potevano scegliere tra i video caricati ma anche di vedere le dirette delle case e palestre hackerate.
Tra le immagini rubate dai due gruppi scoperti dalla polizia a Milano ci sono anche quelle relative a minori e neonati. Entrando nelle telecamere di video sorveglianza di case private, i due gruppi criminali avevano accesso alle immagini dei bambini che lì vivono, anche nei momenti più intimi, come in alcuni casi il cambio del pannolino sui fasciatoi. I due gruppi erano attivi in diverse città da Milano, Ovada, nell’Alessandrino, Roma, Caserta, Ragusa, Treviso, Rimini, Pisa e Sanremo. Allo stato attuale delle indagini, che sono ancora in corso, non risultano collegamenti tra le due organizzazioni. Gli indagati sono tutti italiani, con età compresa tra i 53 e i 20 anni, a eccezione di un cittadino ucraino che al momento risulta irreperibile. Sono 10 le perquisizioni attivate su tutto il territorio nazionale. Le indagini, iniziate 6 mesi fa, sono partite nel corso di un’altra investigazione che ha visto la Polizia Postale collaborare con i colleghi della Neo Zelanda su reati pedopornografici. Al secondo gruppo gli investigatori sono arrivati dopo la denuncia di una persona a cui era stata segnalata la presenza sul web di video interni alla piscina di Milano che frequentava abitualmente.
Gli investigatori della Polizia Postale di Milano e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma hanno scoperto il fenomeno grazie alla segnalazione di un cittadino e agli sviluppi dell’analisi forense compiuta sullo smartphone sequestrato a uno degli indagati nell’ambito di un altro procedimento penale, relativo a reati di altra natura.