Stretta decisa sulla movida in piazza, limitazioni importanti per la ristorazione e stop a tutti gli sport di contatto. Per piscine e palestre è concessa un’altra settimana di tempo per adeguarsi ai protocolli di sicurezza mentre la scuola, “asset fondamentale”, proseguirà in presenza. Cinque giorni dopo l’ultimo decreto, Giuseppe Conte lancia un nuovo Dpcm, l’undicesimo dell’era Covd-19, per tutelare “salute ed economia” con “proporzionalità”. Il premier si presenta in conferenza stampa qualche minuto dopo le 21.30, dopo una domenica difficile tra riunioni di maggioranza e dialogo con gli enti locali. Intanto però le infezioni aumentano con quasi 12mila casi e serve una nuova sterzata: “La curva del contagio è preoccupante, i numeri sono seri, c’era l’urgenza di intervenire”.
Il come è affidato ad un testo che stringe le maglie ma non chiude totalmente, lasciando libere le attività produttive e il commercio al dettaglio, cercando di limitare il mondo dello svago. Il lockdown di marzo “si deve evitare”, ripete anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che parla di misure “mirate”.
Rimane vietato lo sport di contatto a livello amatoriale e non sono consentite competizioni per attività dilettantistica di base, mentre i sindaci “potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le ore 21 di vie e piazze dove ci saranno assembramenti”, spiega Conte. Una disposizione che scatena la rabbia dell’Anci, con il numero 1 Antonio Decaro che ribatte: “Il Governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo”.
Dal canto suo l’inquilino di Palazzo Chigi annuncia la ricetta sui ristoranti (“Chiuderanno alle 24 e si potrà stare per un massimo di sei persone per singolo tavolo. Tutti i ristoratori dovranno affiggere un cartello con quante persone ammesse”), e ammette le difficoltà: “Siamo consapevoli che ci sono ancora diverse criticità: facciamo 600mila tamponi al giorno ma certo non possiamo tollerare le file di ore”. La scuola continuerà in presenza, mentre “non ci saranno più elargizioni a pioggia”. Il motivo? Ci sono segnali di una ripresa “vigorosa” nel terzo trimestre e le risorse vanno usate con avvedutezza con l’impegno a ristorare le categorie più colpite.
Il nuovo Dpcm prova a tamponare una situazione delicatissima perché, come ammette Conte, “il provvedimento dovrà consentirci di affrontare la nuova ondata di contagi. Dobbiamo mettere in campo misure per scongiurare un lockdown generalizzato, che potrebbe compromettere severamente l’economia”.
“Non possiamo perdere tempo”, scandisce a inizio conferenza, quasi rispondendo a chi lo accusa di essere stato tardivo nella risposta alla seconda ondata.
Il Dpcm è frutto di un intenso dialogo, spiega, e sono stati informati i presidenti delle due Camere e i leader delle opposizioni. “Andro in aula il prima possibile, tra martedì e mercoledì”, conferma il premier.
“Una telefonata di 60 secondi stasera alle 21.31 prima di andare in diretta tivù non il mio concetto di “collaborazione”, replica il leader leghista Matteo Salvini.