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Dopo mesi dalla sua stesura è stata finalmente resa pubblica l’analisi costi benefici sulla Tav richiesta dal governo. Il verdetto dà un saldo negativo di 7/8 miliardi, quindi l’alta velocità non si dovrebbe fare. Per la gioia del Movimento 5 stelle, che punta sulla linea dura dopo la sconfitta in Abruzzo. Ma lo stop alla Torino-Lione non è così scontato: la Lega preannuncia braccio di ferro e le opposizioni insorgono. Attacca anche Confindustria.

Toninelli – Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli interviene con una nota: “Come ciascuno adesso può vedere da sé, i numeri dell’analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi: stiamo parlando di costi che, su un trentennio di esercizio dell’opera, superano i benefici di quasi 8 miliardi, tenendo conto del solo esborso per il completamento”. Nel dettaglio, spiega il ministro, “la cifra scende appena a 7 miliardi se si considera uno scenario più ‘realistico’ di crescita dell’economia, dei traffici e di cambio modale. Secondo il soggetto proponente, grazie alla nuova linea i flussi di merci su ferro dovrebbero moltiplicarsi magicamente di ben 25 volte da qui al 2059. In realtà, i numeri ci dicono che dovremmo spendere oltre 5 miliardi di fondi pubblici per spostare dalla strada alla ferrovia, se va bene, 2mila o 3mila tir al giorno, quando sulla Tangenziale di Torino, per dare un termine di paragone, passano quotidianamente 60mila mezzi pesanti. Voglio ribadirlo: Lione è una bellissima città, ma è evidente che ci siano altre priorità infrastrutturali in questo Paese”.

“Dunque – continua il titolare del dicastero di Porta Pia – secondo noi quei soldi andrebbero usati diversamente. D’altronde, a fronte di una analisi economica negativa per 7-8 miliardi, a seconda degli scenari, l’analisi giuridica ci dice che rinunciare all’opera ci potrebbe costare alcune centinaia di milioni, mentre la gran parte dei fondi Ue in ballo potrebbe comunque essere oggetto di una nuova negoziazione politica. A parte vanno considerati gli esborsi per l’adeguamento del Frejus, tutti da definire perché ancora manca una progettazione Rfi. Ecco allora che a nostro avviso queste risorse possono essere indirizzate verso grandi opere molto più utili e urgenti per Torino e per tutto il Piemonte. Ad esempio la Metro 2: stiamo parlando – spiega Toninelli – di 26 km che sarebbero in grado di decongestionare davvero il traffico in città e non solo. Stiamo parlando del tunnel che ci serve, lo chiamerei quasi un SuperTav”.

Molinari (Lega) – “Valuteremo l’analisi costi-benefici e faremo le nostre valutazioni. Ritengo che il contratto che abbiamo sottoscritto sia un contratto che prevede una valutazione di diverse modalità di esecuzione della Tav, per ottenere maggiori risparmi, per avere una maggiore tutela ambientale e per evitare opere inutili. Su questo si può ragionare. Pensare di non realizzarla onestamente non  la vedo un’ipotesi percorribile”. Lo ha detto a Sky TG24 Pomeriggio il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. “L’analisi costi-benefici – ha concluso Molinari – è un”analisi tecnica come ce ne sono molte altre, ma non è il Vangelo. A mio avviso prima di mandare tutto a monte  bisogna riflettere bene  e soprattutto, nel caso in cui non  si trovi un accordo, l’ultima parola deve essere data ai cittadini”.

Meloni (Fdi) – “L’analisi costi-benefici sulla TAV pubblicata dal Ministero dei Trasporti, secondo cui ci sarebbero danni per 7 miliardi e benefici di meno di un miliardo, è una buffonata degna solo del Movimento 5 Stelle. I grillini non insultino l’intelligenza degli italiani, dicano semplicemente che sono contrari alla TAV e a tutte le grandi opere per ragioni ideologiche e ci risparmino queste prese in giro”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Chiamparino – “I numeri negativi dell’analisi costi-benefici non stupiscono. Per fare una battuta, considerata la nota predilezione del prof. Ponti per il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia, affidargli lo studio è stato un po’ come affidare a Dracula la guardiania della banca del sangue. Ma al di là delle battute, a detta anche di illustri studiosi, la Tav è un’opera strategica che, in quanto tale, cambierà le dinamiche di mercato, con grandi benefici che ricadranno non solo sul Piemonte, ma sul nord Italia, a cominciare dai porti liguri, e sull’intero paese. Sono i corridoi attrezzati con la logistica che richiamano le merci, non viceversa. Del resto se Cavour avesse fatto l’analisi costi benefici sul traforo del Frejus probabilmente non avrebbe neanche raddoppiato la mulattiera del Moncenisio”.

Prosegue Chiamparino: “L’analisi non è in grado di definire i benefici, ma solo i costi, per giunta aumentati dalle mancate accise sul carburante e dal calo dei pedaggi autostradali che si avrebbero con lo spostamento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia. Alla faccia dell’ambiente! Si delinea uno scenario che rischia di penalizzare pesantemente l’economia, lo sviluppo e la condizione ambientale delle nostre regioni”.

Vincenzo Boccia (Confindustria) –  “L’analisi costi-benefici per noi significa soltanto 50mila posti di lavoro. A me basterebbe questo in una fase delicata del Paese. Se il lavoro non è centrale in questo Paese evidentemente ci sono altri obiettivi: farebbero bene a spiegarlo a tutti gli italiani, non solo a noi”. Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenendo a margine del Comitato tecnico scientifico dell’Ucid, rispondendo a una domanda sull’analisi Costi-benefici del MIT.

Madamine – “La famigerata analisi costi-benefici, o semplicemente ACB, è appena stata pubblicata sul sito del Ministero dei Trasporti. Stiamo preparando la nostra risposta e le azioni da compiere, che condivideremo con voi appena possibile”. Lo scrivono su Facebook le ‘madamin’ del Comitato Si’ Torino va avanti. “Vi preghiamo di avere pazienza e condividere qui sotto le vostre idee – aggiungono – che valuteremo con attenzione”. “Nel frattempo – ironizzano – vi preghiamo di contenere la rabbia e di non accanirvi per scaricare il documento dal sito del Ministero: si blocca in continuazione. Si vede che chi non fa bene le infrastrutture territoriali non sa nemmeno far funzionare le infrastrutture informatiche”.

Furlan (Cisl) – “L’analisi costi – benefici sulla Tav presentata oggi dal Ministero delle infrastrutture è a dir poco parziale. E’ tutta basata sul piano dei costi dell’opera e non tiene conto dei benefici sul fronte occupazionale, sociale e di sviluppo complessivo  del paese”. Lo ha detto a Palermo la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. “E’ evidente che si utilizzano tutti gli elementi contro questa importante opera infrastrutturale. Non c’è niente pro Tav, né sulla sua funzione fondamentale per collegare il nostro paese al suo interno ed all’Europa, per le 50 mila persone coinvolte nella costruzione dell’opera, per le ricadute positive per i cittadini e per l’economia complessiva di tutte le regioni italiane. Quanto può durare questa situazione di stallo? E’ chiaro che il Governo si trova di fronte ad una scelta di carattere politico. Prima verrà sciolto questo nodo, meglio sarà per il futuro del paese”, conclude Furlan.

Brunetta (Fi) – “L’obiettivo che si è posto il Governo gialloverde con questa analisi costi-benefici è che la stessa è stata ordinata con un obiettivo finale ben preciso per arrivare ad un risultato negativo. Cinque commissari su sei avevano già espresso precedentemente, prima di partecipare alla commissione Tav, delle opinioni contro la Tav. Quindi la composizione della commissione, da questo punto di vista, non è stata né accorta, né equilibrata, né tantomeno corretta. E questo ne va della responsabilità del ministro Toninelli. Il presidente della commissione, il Prof. Ponti, che conosco bene, è da sempre ferocemente contrario alla Tav e quindi anche questo, dal punto di vista della deontologia, non è corretto. Il solito giochetto furbetto del ministro Toninelli che, come dire, manifesta in questo tutta la sua limitatezza dal punto di vista istituzionale”. Così Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia, in un’intervista a Radio Radicale.

“Riservandomi di leggere con grande attenzione il dossier, mi riservo qualche osservazione. L’analisi costi-benefici – aggiunge – non doveva farsi solo e unicamente sulla Torino-Lione, ma si dovevano valutare i benefici sull’intera tratta e sull’intero collegamento Lisbona-Kiev. Se poi l’analisi si perde in un insieme di costi micro, legati alla tratta Torino-Lione, senza calcolare i benefici macro-sistemici, questo è fuorviante. Se poi ancora, e questa è la parte più comica, si calcola sui costi il mancato gettito delle accise sulla benzina, conseguenti al fatto che se si realizza la Tav non si fanno più circolare i mezzi su gomma (Tir), che quindi non comprano più la benzina, non dando più gettito dal punto di fiscale, siamo alla follia anti-ambientalista. Le analisi costi-benefici, di norma, si fanno prima che le opere partano”.

“Prima che partisse quest’opera, per ragioni di regole europee e di partnership con i francesi, erano state sviluppate 7 analisi costi-benefici per dimostrare la bontà dell’opera. Pensare di fare l’analisi a metà dell’opera, quando hai già bucato montagne, speso una quantità enorme di risorse, ricevuto risorse dall’Unione Europea in ragione dello sviluppo di un bene pubblico per l’intera Europa, per poi dire che quest’opera non serve, è una follia degna delle scie chimiche. Quando tutti noi leggeremo il testo del dossier, scopriremo che questo si rivelerà un boomerang per Toninelli, per il M5S, per il No Tav. Non siamo alla tragedia, ma alla farsa e al ridicolo. All’imbroglio. Spero che questo Paese abbia ancora la capacità di indignarsi di fronte all’improntitudine di questo Governo, perché si sta mettendo a repentaglio il futuro del nostro Paese, per mano della follia di un movimento di pazzi che in questo momento gioca con il destino dell’Italia”, conclude Brunetta.

Zingaretti (Pd) – “Sono d’accordo con Delrio. Penso che quello studio sia molto discutibile, se non manipolato da interessi politici. Rivela quello che sappiamo, che l’Italia è bloccata da due partiti che pensano ai loro interessi di partito e il costo di questo confronto sono gli interessi degli italiani, perché noi non abbiamo una politica industriale, non c’è uno straccio di politica del lavoro, non c’è uno straccio di investimenti sulle infrastrutture, tutti i cantieri aperti del Paese sono bloccati e non se ne aprono altri. Sono nove mesi che abbiamo il governo Conte e non c’è traccia, cosa mai avvenuta nella storia della Repubblica, di un investimento, dell’apertura di un processo per aprire i cantieri”. Lo ha detto Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Partito democratico, oggi pomeriggio a Firenze, a margine di ‘Piazza Grande Toscana’, dedicato ai temi di scienza e sanità, parlando dell’analisi costi-benefici sulla Tav Torino-Lione.

“Si preoccupano tanto di chi in questo Paese arriva – ha aggiunto Zingaretti – ma non si preoccupano dei ragazzi e delle ragazze, e non solo loro, che stanno scappando dall’Italia perché hanno paura perché cominciano a vedere quello che sta accadendo. Mi permetto di dire a questo governo: Fermatevi! Pensate un po’ a questo Paese, non solo ai vostri due partiti in lotta perenne per una percentuale in più o in meno alle elezioni europee, pensate alle famiglie di questo Paese perché questa lotta fratricida sta portando l’Italia allo sbaraglio, e questo è veramente inaccettabile”.

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