Parigi, Londra, New York. Ancora avversari, in uno Slam. Matteo Berrettini ritrova Novak Djokovic, stavolta lungo il cammino degli Us Open: sarà la riedizione della finalissima di Wimbledon e dei quarti del Roland Garros, con il romano sconfitto in entrambe le occasioni, ma a testa alta. In palio, sul cemento di Flushing Meadows, c’è l’accesso alle semifinali. L’avversario (trionfatore agli Us Open nel 2011, 2015 e 2018) lo conosce ormai bene, ma all’azzurro servirà un’impresa per invertire il trend e superare il serbo, lanciatissimo verso l’obiettivo di conquistare il Grande Slam. Matteo, tornato nei quarti a New York dopo due anni e mezzo superando il tedesco Oscar Otte in quattro set, è pronto a vivere un mercoledì da leoni: “In tutti i match che ho giocato contro di lui ho sempre imparato qualcosa”, ha spiegato. “Sicuramente conosco quello che preferisce fare e lui conosce me: dal punto di vista mentale, però, penso di aver fatto uno scatto in avanti perché ci credo ancora di più”.
Intanto, un traguardo il romano allenato da coach Vincenzo Santopadre lo ha già raggiunto: la prossima settimana salirà almeno al numero 7 del ranking mondiale, suo best ranking, rinforzando la sua candidatura per un posto alle Atp Finals. Inoltre, Berrettini ha firmato un nuovo record: è il primo italiano ad approdare al terzo quarto di uno Slam nella stessa stagione. L’unico a disputare due quarti Slam in una stagione era stato Nicola Pietrangeli nel suo 1960. L’azzurro, finora, non ha fatto vedere il suo tennis migliore: il percorso non è stato privo di difficoltà. Dopo aver sconfitto i francesi Chardy, n.70 Atp, e Moutet, n.88 Atp (al quale ha lasciato un set), al terzo turno il romano si è imposto in cinque set sul bielorusso Ilya Ivashka, n.53 del ranking. Negli ottavi ha ceduto un altro set a Otte. “Mi piace lottare, ho bisogno di giocare tante partite e di vedere a che punto sono dopo l’infortunio. Ho sentito la tensione, e mi piace che sia così”, ha commentato a fine incontro. “Nelle sfide al meglio dei cinque set ho imparato che si può anche sbagliare. Non tutti i punti si possono a giocare allo stesso modo e bisogna avere pazienza”. La certezza è che contro il 34enne fenomeno di Belgrado, al 51° Slam in carriera e reduce dal successo contro il 20enne statunitense Jenson Brooksby, servirà semplicemente il match perfetto. Magari puntando sul fattore pressione: Djokovic vuole a tutti i costi l’obiettivo Grande Slam, e a New York non è sempre stato impeccabile. Nole ha lasciato per strada tre set: a Rune, Nishikori e Brooksby. Berrettini proverà a rendergli vita dura.