Il terremoto che ieri sera ha compito l’isola di Ischia, provocando crolli a Casamicciola, viene classificato come terremoto vulcanico. Si tratta di fenomeni sismici più rari e anche difficili da studiare rispetto a quelli tettonici.I primi sono terremoti molto superficiali e questo spiega anche perché ci sono stati danni così ingenti.
I terremoti vulcanici sono anche difficile da studiare perché gli strumenti di rilevazione sono spesso distanti dagli epicentri. Questo spiega anche perché durante la notte l’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia ha ricalcolato la magnitudine da 3.6 a 4. In base alla profondità dell’ipocentro, i terremoti vengono classificati in superficiali (ipocentro compreso fra 0 e 70 km di profondità), intermedi (ipocentro fra 70 e 300 km di profondità) e profondi (ipocentro fra 300 e 720 km di profondità). La maggior parte dei terremoti che si verificano ogni anno (circa il 90%) è superficiale.
Non sono noti terremoti con ipocentro più profondo di 720 km (a testimonianza del fatto che, oltre questa profondità, con l’aumentare della temperatura e della pressione, le rocce manifestano un comportamento plastico e non rigido, condizione essenziale perché si verifichi un sisma). I terremoti vulcanici, legati all’attività vulcanica, sono dovuti alla risalita del magma entro la crosta terrestre e nel camino vulcanico. Il loro ipocentro è molto superficiale, si manifestano con sciami di piccole scosse e si risentono su aree limitate.