Il presidente americano Donald Trump è alle Hawaii da ieri, da dove partirà per il suo tour di dodici giorni in Giappone, Corea del Sud, Cina, Vietnam e Filippine. Al centro del suo viaggio la minaccia nucleare nordcoreana. “Credo che avremo grande successo, parleremo del commercio, ovviamente parleremo della Corea del Nord“, ha detto Trump ai giornalisti prima di lasciare Washington per volare alle Hawaii. Prima di prendere l’aereo, il presidente ha visitato la base di Pearl Harbor. Inoltre, Trump ha annunciato di estendere il viaggio un giorno per partecipare nelle Filippine il 14 novembre alla riunione del vertice Asia Orientale, in cui inizialmente non aveva intenzione di partecipare.
Il tour lo allontanerà da Washington mentre diverse spinose questioni interne affliggono la sua presidenza. In primis, il rafforzarsi dell’indagine federale sull’interferenza russa nelle elezioni dello scorso anno, poi la ricaduta dell’attentato in cui a New York sono state uccise otto persone, e il dibattito sui piani fiscali (che se approvati dal Congresso potrebbero trasformarsi nella sua prima significativa vittoria legislativa).
Il viaggio di Trump arriva pochi giorni dopo che l’ex manager della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort, è stato incriminato nell’ambito delle indagini sul cosiddetto Russiagate. Il suo Attorney general, Jeff Sessions, affronta intanto le richieste dei democratici di presentarsi di nuovo al Congresso per chiarire le sua precedente testimonianza sui contatti della campagna elettorale con la Russia. E nel caos causato dalle rivelazioni, il Cremlino ha annunciato che un incontro tra Trump e l’omologo russo Vladimir Putin è in discussione, mentre l’americano ha confermato che potrebbe accadere. “Potremmo avere un incontro con Putin. Di nuovo, Putin è molto importante perché potrebbe aiutarci con la Corea del Nord. Possono aiutarci con la Siria. Dobbiamo parlare di Ucraina”, ha affermato Trump.
Dopo aver vigorosamente twittato, mercoledì Trump ha detto al New York Times di “non essere arrabbiato con nessuno” per la questione Russiagate, e ha aggiunto che non c’è nulla che faccia pensare ci sia stata collusione tra la sua campagna elettorale e Mosca. Intanto, i suoi alleati sono preoccupati per la sua prolungata assenza durante il viaggio. Dopo aver visto la grande difficoltà affrontata con la riforma sanitaria che avrebbe dovuto smantellare e sostituire l’Obamacare, temono ora che anche la riforma fiscale possa essere danneggiata dalla sua lontananza.
L’ultima volta che un presidente degli Stati Uniti è stato in Asia così a lungo fu nel 1991-1992, quando l’allora presidente George H.W. Bush si sentì male a una cena di Stato in Giappone.