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Tutti i nomi dell’amministrazione Trump: da Giuliani a Priebus

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

A due giorni dalle elezioni presidenziali che hanno decretato la vittoria di Donald Trump, sulla stampa americana è partito il ‘toto-nomi’ per chi presumbilmente andrà a comporre la nuova amministrazione. Secondo fonti vicine alla campagna di Trump, il presidente eletto sarebbe già al lavoro per iniziare la transizione in vista del 20 gennaio avrebbero cominciato a stilare la lista dei nomi. Le scelte ricadrebbero su figure repubblicane e del settore privato di area conservatrice che hanno sostenuto con entusiasmo la candidatura del magnate.

Trump avrà circa 4mila posizioni governative da colmare, tra cui alcuni posti tra i più importanti del governo. Tra i candidati per i segretari di gabinetto e consiglieri vi sono, secondo il New York Times, membri della cerchia ristretta di Trump, tra cui il senatore Jeff Sessions dell’Alabama, un consulente fondamentale su questioni di politica; Steven Mnuchin, uomo d’affari presidente della Dune Capital e presidente finanziario della campagna elettorale di Trump; Rudolph W. Giuliani, ex sindaco di New York; il governatore del New Jersey, Chris Christie; e Newt Gingrich, ex presidente della Camera.
Al momento, dalle prime indiscrezioni, non compare il nome di nessuna donna.

SEGRETARIO DI STATO – I rumors citati dalla Cnn danno per grande favorito Newt Gingrich, ex speaker della Camera dal 1995 al 1999, originario della Pennsylvania ed ex insegnante di storia. Il 73 enne dirigente del partito repubblicano è stato un sostenitore di Trump fin dalla prima ora. Ha anche corso per le primarie repubblicane nel 2012, senza ottenere la nomination.

Per il ruolo da ministro degli Esteri Trump starebbe pensando anche al senatore del Tennessee Bob Corker, 64 anni, attuale presidente della Commissione affari esteri del Senato. È considerato un repubblicano decisamente conservatore, sia in materia sociale sia in quella fiscale.

In lizza anche John Bolton, classe 1948, ex ambasciatore Usa all’Onu dal 2005 al 2006 e attualmente socio anziano dell’American Enterprise Institute. Ha lavorato anche come sottosegretario di Stato per il controllo delle armi e per la sicurezza degli affari internazionali sotto il presidente George W. Bush.

Presente nell’elenco anche Richard Haass, 65 anni, presidente del Consiglio per le relazioni estere dal 2003. In precedenza è stato inviato speciale Usa in Nord Irlanda sotto il presidente George W. Bush e direttore della pianificazione politica al Dipartimento di Stato.

SEGRETARIO ALLA DIFESA – Anche qui spunta il nome di Bob Corker insieme a quello di Jeff Sessions, 70 anni, senatore dell’Alabama dal 1997. È stato infatti il più giovane senatore dello Stato. Tra il 1973 e il 1986 è stato riservista dell’esercito americano. Inizialmente era stato considerato come il possibile candidato alla vicepresidenza insieme a Trump ma la scelta è poi ricaduta su Mike Pence. Sessions fa parte dell’ala conservatrice del partito (sua la proposta di bandire gli omosessuali dall’esercito) ed è decisamente interventista in politica estera (appoggiò con fervore l’invasione Usa dell’Iraq nel 2003).

In lizza anche l’ex senatore del Missouri Jim Talent, 60 anni, ora socio anziano dell’American Enterprise Institute. È stato anche deputato alla Camera. Fa parte dell’ala più conservatrice del partito con posizioni nettamente a contrarie ad aborto, matrimonio gay e interventista per quanto riguarda la politica estera. Nel 2006 ammise che, pur non essendo al Congresso nel 2002, avrebbe comunque votato per la guerra in Iraq ben sapendo che non vi erano armi di distruzione di massa.

Secondo alcuni media, Trump starebbe pensando anche a Duncan Hunter, 39 anni, deputato alla Camera per la California dal 2009. Figlio del deputato repubblicano Duncan Hunter, si arruolò nei Marine in seguito all’11 settembre. Dopo aver combattuto in Iraq e in Afghanistan, Hunter fu congedato con onore nel 2007 con il grado di capitano.

CAPO DI GABINETTO – Accanto a sé Trump vorrebbe i suoi fedelissimi, come il governatore del New Jersey Chris Christie, nominato capo della squadra di transizione che guiderà Donald Trump alla Casa Bianca. Già avvocato di professione, il 54enne è stato procuratore federale per molti anni. È stato candidato repubblicano alle presidenziali fino alla decisione di sospendere la sua campagna elettorale, il 10 febbraio scorso. Da allora ha sempre sostenuto Trump, lasciando sbigottita l’intera opinione pubblica americana dato che Christie è uno dei più importanti esponenti del conservatorismo moderato.

Non mai fatto mancare il proprio sostegno al candidato repubblicano, pur con molte critiche, anche Reince Priebus, presidente del Comitato nazionale repubblicano, Rnc, dal 2011  a cui Trump pensa di affidare il ruolo di capo di gabinetto. Il 44enne avvocato, è considerato però molto vicino all’attuale speaker della Camera, Paul Ryan, nemico numero uno di Trump.

Tra i nomi più scontati anche quello dell’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani. Conosciuto per la sua politica della ‘tolleranza zero’, che che ha ridotto il numero di crimini commessi migliorando la situazione newyorkese sotto il suo mandato tra il 1994 al 2001, Giuliani ha sempre sostenuto Trump durante la campagna elettorale prendendo le sue difese anche dopo la pubblicazione del video in cui il candidato repubblicano si lascia andare a commenti sessisti e volgari contro le donne. Come avvocato, el 1981 è stato nominato assistente del ministro della Giustizia, terza carica per importanza nel dipartimento di Giustizia. Nel 1983 Ronald Reagan lo nomina Procuratore Federale del South District di New York. Qui si occupa tenacemente della lotta alla droga e al crimine organizzato, guadagnandosi l’appellativo di “Procuratore di ferro”. In questo periodo collabora anche con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nelle indagini sulla mafia e il narcotraffico.

PROCURATORE GENERALE – Tra i papabili nuovamente Rudolph Giuliani, Chris Christie e Jeff Sessions.  Giuliani è considerato grande favorito anche per il ruolo di DIRETTORE DELLA CIA.

SEGRETARIO ALL’HOMELAND SECURITY – Ancora compare il nome di Giuliani insieme a quello del petroliere Forrest Lucas, 74 anni, numero uno e co-fondatore della Lucas Oil.  Secondo Politico, tra i papabili anche lo stesso figlio del presidente eletto, Donald Trump Jr, che si è mostrato interessato alla carica.

SEGRETARIO ALL’ISTRUZIONE – Spunta il nome del neurochirurgo afroamericano Ben Carson, 65 anni, candidato alle primarie repubblicane per poi ritirarsi durante la corsa.
Direttore di neurochirurgia pediatrica al Johns Hopkins Hospital, dal 1977 al 2013, nel 2008 ha ricevuto dal presidente George W. Bush la medaglia presidenziale della libertà, una delle maggiori onorificenze civili negli Stati Uniti.
Carson haposizioni di fervente pro-life contrario all’aborto anche nei casi di incesto, stupro o pericolo di vita della madre, contrario a qualsiasi limitazione in tema di cambiamenti climatici asserendo che non è “scientificamente” provato che siano causati dall’attività umana, è un capitalista contrario all’innalzamento del salario minimo e favorevole alle politiche di azzeramento del debito e all’aumento dell’età pensionabile. Carson è anche contrario a qualsiasi limitazione del controllo di armi, è a favore di una politica estera muscolare contro la Russia in Ucraina e contro il Califfato in Iraq.
Il suo nome compare anche come SEGRETARIO ALLA SANITA’ E AI SERVIZI SOCIALI.

SEGRETARIO DEL TESORO – Grande favorito è Steven Mnuchin, co-presidente e Ceo della Dune Capitale. Il 53enne ex banchiere di Goldman Sachs, è stato presidente finanziario della campagna elettorale di Trump. Dopo aver accumulato una fortuna di oltre 40 milioni di dollari, nel 2002 Mnuchin ha lasciato Goldman Sachs fondando la RatPac-Dune Entertainment, che ha prodotto film campioni al botteghino come ‘Avatar’.

Tra i papabili anche Carl Icahn, imprenditore presidente della Icahn Enterprises. Nel 2016 risulta titolare di un patrimonio di 17 miliardi di dollari, cosa che lo rende il 43º uomo più ricco del mondo secondo la rivista Forbes.

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