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Ucraina, a Mariupol scoperte 10mila nuove tombe

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Da un’inchiesta di Associated Press sulla Mariupol occupata risulta che, a 8 mesi dall’inizio dell’occupazione russa, sono oltre 10mila le nuove tombe nella città Ucraina e che il bilancio dei morti potrebbe essere tre volte più alto della iniziale stima di almeno 25mila decessi. Inoltre AP calcola che il piano generale della Russia per Mariupol prevede la demolizione di oltre 50mila case. I giornalisti di Associated Press sono stati gli ultimi media internazionali a lasciare Mariupol prima che le forze russe conquistassero la città. L’inchiesta di AP si basa su interviste fatte a 30 residenti di Mariupol, 13 dei quali vivono sotto l’occupazione russa, nonché immagini satellitari e centinaia di video raccolti dall’interno della città, oltre che documenti russi che mostrano un piano generale.

Un’analisi di AP delle immagini satellitari scattate negli ultimi 8 mesi di occupazione mostra 8.500 nuove tombe nel solo cimitero periferico di Staryi Krym, con probabilmente più corpi sotto ogni tumulo. Ci sono almeno altre 3 tombe in trincea intorno alla città, tra cui una creata dagli stessi ucraini all’inizio dell’assedio. In totale, secondo il conteggio di Associated Press, ci sono almeno 10.300 nuove tombe sparse per Mariupol, confermate da tre patologi forensi esperti in fosse comuni. Altre migliaia di corpi probabilmente non sono mai arrivati al cimitero. A maggio, quando la città è definitivamente caduta a seguito della resa dagli ultimi resistenti nell’Azovstal, il governo municipale in esilio aveva stimato che fossero morte almeno 25mila persone; ma almeno tre persone che si trovano in città da giugno affermano che il numero delle vittime è tre volte tanto o addirittura superiore, in base alle conversazioni avute con gli operatori che documentano la raccolta dei corpi dalle strade per conto delle autorità di occupazione russe. Inoltre, da un’analisi di centinaia di foto e filmati, insieme a documenti delle autorità di occupazione, AP ha scoperto che più di 300 edifici a Mariupol sono stati o stanno per essere demoliti. Alcuni sono abitazioni singole, ma la maggior parte sono condomini a più piani in stile khrushchyovka, lanciati dal leader sovietico Nikita Krusciov in una crisi abitativa degli anni Sessanta: con circa 180 appartamenti all’interno o più, ogni edificio era progettato per ospitare il maggior numero possibile di famiglie e secondo i calcoli di AP le demolizioni porteranno dunque alla rimozione di oltre 50mila case. La Russia ha già costruito almeno 14 nuovi edifici per appartamenti, una piccola frazione del numero di quelli che verranno abbattuti, e sta riparando almeno 2 degli ospedali danneggiati dai bombardamenti. Un video ottenuto da Associated Press mostra file di pallet impilati con isolanti dell’azienda danese Rockwool, che mantiene la sua divisione in Russia nonostante le critiche; i materiali da costruzione non sono soggetti a sanzioni. In una dichiarazione, il vicepresidente delle comunicazioni di Rockwool, Michael Zarin, ha affermato che i pannelli isolanti sono stati distribuiti senza “conoscenza o consenso” della compagnia e che spera che i suoi prodotti contribuiscano a ripristinare assistenza sanitaria, calore e riparo per gli ucraini.

Mariupol è stata nel mirino del Cremlino fin dal primo giorno dell’invasione. A soli 40 chilometri dal confine russo, la città è un porto sul Mar d’Azov ed è fondamentale per le linee di rifornimento russe. La città è stata colpita senza sosta da attacchi aerei e di artiglieria, le sue comunicazioni sono state interrotte, il cibo e l’acqua tagliati. Eppure Mariupol ha rifiutato di arrendersi per 86 giorni: quando gli ultimi combattenti ucraini rintanati nell’acciaieria Azovstal si sono arresi a maggio, Mariupol era diventata un simbolo della resistenza Ucraina. Questa resistenza ha avuto un prezzo elevato: l’accuratezza della distruzione di Mariupol da parte della Russia è visibile ancora oggi. I video girati in tutta la città e le immagini satellitari mostrano che le munizioni hanno lasciato il segno su quasi tutti gli edifici nei suoi 166 chilometri quadrati (64 miglia quadrate). Ad Associated Press, dall’insieme dei documenti consultati, risulta uno sforzo per sopprimere la storia e la memoria collettiva di Mariupol come città Ucraina. Otto mesi dopo che Mariupol è caduta nelle mani dei russi, la Russia sta sradicando tutte le vestigia dell’Ucraina, insieme alle prove dei crimini di guerra sepolte nei suoi edifici. Le poche scuole aperte insegnano un programma di studi russo, le reti telefoniche e televisive sono russe, la moneta Ucraina si sta estinguendo e Mariupol è ora nel fuso orario di Mosca.

La Russia ha elaborato un piano per la ‘nuova’ città di Mariupol. In base al piano regolatore riportato per la prima volta dal sito russo The Village ad agosto e visto da Associated Press, il cuore del piano sarà lo storico teatro di Mariupol, che era diventato il principale rifugio antiaereo della città fino a quando due attacchi aerei russi lo hanno colpito il 16 marzo provocando secondo un’indagine di AP centinaia di morti. Ci sono inoltre piani per il restauro delle rovine dell’acciaieria Azovstal, l’ultima rimasta in Ucraina. Il sito dovrebbe essere trasformato in un parco industriale entro la fine del prossimo anno, anche se non ci sono segni che i lavori siano iniziati. Migliaia di ex residenti di Mariupol sono stati mandati in Russia con poca o nessuna scelta, e altre migliaia sono fuggiti in altre zone dell’Ucraina. Secondo le stime di Petro Andryushchenko, un assistente del sindaco di Mariupol, esiliato a Dnipro, dei circa 425mila abitanti di Mariupol, ne è rimasto poco più di un quarto. Il piano regolatore russo per Mariupol prevede una popolazione di 212mila abitanti nel 2022, per poi tornare a 425mila entro il 2030. Al momento circa 15mila persone a Mariupol sono truppe russe, ha riferito Andryushchenko, che ha tratto la sua stima dalle informazioni sui soldati che hanno preso possesso di case ed edifici pubblici. Ha aggiunto che la polizia antisommossa russa ha iniziato a pattugliare la città per prevenire le proteste per la mancanza di calore, elettricità e acqua. 

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