Apre ufficialmente a Istanbul il centro di coordinamento per l’export del grano russo. Un punto cruciale dell’accordo siglato lo scorso 22 luglio fra Mosca e Kiev sotto la supervisione di Turchia e Onu e un ulteriore passo verso quella che, si spera, possa essere la soluzione per una delle questioni più stringenti legate al conflitto in Ucraina. La prima nave dovrebbe salpare il 27 luglio dal porto di Chornomorsk. Intanto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che il prossimo 5 agosto vedrà Vladimir Putin a Sochi, ha lanciato un appello alle parti in
causa invitandole a prendersi le proprie responsabilità. “Con questo accordo, gli effetti della crisi alimentare globale, che sta raggiungendo dimensioni gravi, inizieranno ad attenuarsi”, ha spiegato il leader di Ankara che si è detto anche “rattristato” per l’attacco russo avvenuto nel fine settimana al porto ucraino di Odessa. Un nuovo attacco missilistico sulla città è avvenuto anche in mattinata.
Sul fronte del conflitto sul campo i filorussi del Donbass si dicono fiduciosi in merito a una loro avanzata sul territorio. “Entro la fine di agosto la regione di Donetsk verrà completamente liberata”, ha annunciato il viceministro dell’informazione dell’autoproclamata Repubblica popolare, Daniil Bezsonov. Un destino che “presto”, sempre secondo i russi, dovrebbe compiersi anche a Odessa e Mykolaiv. La strategia di Mosca è quella di conquistare più territorio possibile ma la guerra finirà comunque al tavolo delle trattative. “Tutti sanno che le ostilità finiscono al tavolo dei negoziati”, ha detto il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. Sul fronte politico invece fa scalpore la presenza a Mosca dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, le cui posizioni di vicinanza alla Russia hanno destato molte polemiche in Germania e non solo. “Non escludiamo contatti”, ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, a chi gli chiedeva di un possibile incontro con Vladimir Putin.
La guerra infine cambia la geopolitica non solo sulla terra ma anche nello spazio. Il capo di Roscosmos, Yuri Borisov, ha infatti annunciato che la Russia si ritirerà dal progetto Iss, la Stazione Spaziale Internazionale, dopo il 2024. L’idea è quella di costruire una stazione orbitale russa ma difficilmente questa potrà vedere la luce prima del 2028. La Nasa ha detto di non aver ricevuto alcuna notifica a riguardo.