Il presidente del Consiglio Mario Draghi parla al termine del vertice informale dei leader europei a Versailles. Un incontro, che secondo il premier “è stato veramente un successo, raramente ho visto l’Ue così compatta. Specialmente nella discussione di ieri c’era uno spirito di solidarietà su tutti gli argomenti trattati che non credo di ricordare”, ha detto Draghi durante la conferenza stampa.
“E’ un momento di grande incertezza: non si può dire che l’economia europea vada male, ma l’incertezza suggerisce preoccupazioni per il futuro e quindi detta l’agenda di politica economica dei prossimi mesi”. Secondo Draghi c’è “la necessità di una regolazione di tutto l’apparato regolatorio europeo giustificata da questa situazione di emergenza e la ritroviamo nel patto di stabilità, gli aiuti di stato, i prodotti agricoli da importare, il mercato elettrico”. “Dobbiamo prepararci, ma non è assolutamente una economia di guerra, specialmente per gli approvvigionamenti di cose fondamentali, come il cibo”. “Alcuni allarmi visti sui giornali di oggi sono grandemente esagerati – aggiunge -. “Bisogna immaginare che le interruzioni nei flussi di approvvigionamento possano accadere, specialmente se la guerra continuerà per tanto tempo. La risposta consiste nell’approvvigionarsi altrove, costruire nuove relazioni commerciali. Bisogna essere reattivi a queste cose, non bisogna soggiacere all’angoscia e alla preoccupazione, e subire passivamente”.
Sul fronte delle misure prese dall’Europa verso la Russia dopo l’invasione dell”Ucraina spiega che “le sanzioni che abbiamo già adottato sono molto pesanti, e l’altra cosa sorprendente è che sono state adottate da tutti i paesi menri senza esitazioni. Queste sanzioni possono diventare ancora più pesanti. Quello che occorre fare è che bisogna essere consapevoli che queste sanzioni hanno un impatto su famiglie, in termini di potere di acquisti, e sulle imprese per la loro competitività e il mantenimento della loro produzione“, ha chiarito il presidente del Consiglio. “Questa situazione, se non affrontata, ha il potenziale di fratturare il sistema economico europeo conducendoci verso il protezionismo. E’ stato un altro tema su cui c’è stata unanimità: si vuole respingere il protezionismo ma bisogna anche sostenere famiglie e imprese”, aggiunge il premier.
L’Italia sostiene adesione Ue dell’Ucraina ma rispettando il trattato
“Nessuno si aspettava un linguaggio molto aperto per un’immediata adesione” dell’Ucraina all’Ue, “perché non è nel nostro trattato. C’è stato un progresso però: prima si diceva che l’Ucraina appartiene alla famiglia europea, ora si dice anche che il Consiglio europeo sostiene l’Ucraina nel perseguire il sentiero verso l’integrazione europea”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi. “C’è una grande disponibilità da parte di tanti – aggiunge – una grande determinazione ad averla subita, o comunque ad accelerare le procedure di adesione da parte di altri. E c’è una notevole cautela da parte di altri ancora, perché evidentemente queste sono procedure fondanti dell’Ue”. “Io sono il primo a pensare che un messaggio di incoraggiamento su questo fronte sarebbe d’aiuto ma bisogna anche rispettare quello che dicono altri paesi, quindi continuiamo a lavorare. L’Italia è molto disposta, a sostegno dell’Ucraina, anche in questo, vediamo, man mano faremo altri progressi, nel rispetto però del trattato”, conclude.
Draghi: “Non vedo rischi di allargamento della guerra”
Il rischio di un allargamento dell’aggressione da parte della Russia ad altri paesi come ad esempio Georgia o Moldavia secondo il premier Mario Draghi non ci sarebbe: “No, almeno ad oggi, io non vedo questo rischio – ha detto rispondendo ad una domanda -. Anzi, sia Usa che altri paesi europei hanno dichiarato esplicitamente che non c’è questo rischio perché non manderanno soldati sul territorio. Ed è anche per questo che le sanzioni sono così pesanti e così ferme: più pesanti sono le sanzioni minore è il rischio che il conflitto militare si allarghi”.