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Ultimo giorno della Leopolda, Renzi: “Bonus 80 euro anche alle famiglie con figli”

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“Abbiamo perso la sfida del referendum, ma rifarei quella battaglia domani, per il Paese, per i miei figli”. Inziia con un mea culpa il discorso conclusivo di Matteo Renzi alla Leopolda. “Quante volte – ha aggiunto – ci è capitato di dire ‘se avessimo vinto il referendum’. Ma bisogna guardare in faccia le cose e dire che è stata una sconfitta. noi non siamo come Berlusconi che quando perde dà la colpa ai magistrati, ai sindacati, ai comunisti. Quando si perde è perché gli italiani scelgono gli altri”.

I nemici della sinistra. “Ogni anno cambiamo i nemici della sinistra. L’anno scorso era Gori. Io sono fuori categoria. Noi non abbiamo rancori, siamo diversi. Se accetti la sfida sul terreno del fango non costruisci. Da oggi vorrei che l’unica nostra preoccupazione fosse tornare a immaginare il futuro”. “Non cambiamo l’Italia se non cambiamo l’umore del partito democratico. Basta con polemiche e rassegnazione”. 

I soggetti che “faranno parte della coalizione avranno pari dignità . Chi ci vuole stare è benvenuto, chi non ci vuole stare avrà il nostro rispetto non avrà il nostro rancore”. “Basta con il congresso permanente, dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto”. 

“Il popolo della Leopolda si è riunito ed è cresciuto. Qualcuno di loro era alle elementri nel 2010 quando abbiamo iniziato. A loro dico: non ammalatevi del virus dell’autocommiserazione, che fa dipendere il fallimento da altri e il successo da se stessi. Se fallite è perché non ci avete provato abbastanza. Serve coraggio di riprovarci, senza paura di battere boccate. Provateci cari pischelli, cari millenials”. 

“Chi fa politica prima di occuparsi della legge elettorale, delle candidature, deve dire ‘voglio più vita’”, ha detto poi citando ‘Blade runner’. “Al fondo del cuore dell’uomo c’è una domanda secca: Voglio più vita padre – ha aggiunto – Se voglio immaginare il futuro dell’Italia non mi soffermo sulla tecnologia, sugli algoritmi della robotica. Non puoi immaginare il futuro. So per certo che l’Italia ci sarà, ma serve più vita, più umanità, più poesia. Non siamo quelli che rincorrono un collegio ma quelli che pensiamo che l’Italia sia l’Italia perché tiene insieme una identità culturale”.

Lavoro, bonus 80 euro, Europa: futuro “Nei valori che vogliamo portare nel futuro ha sei lettere e si chiama lavoro. Si chiama lavoro. Il futuro non nega il lavoro. Quando abbiamo iniziato i posti di lavoro in Italia erano 22milioni e ora sono 23milioni. Non c’è fake news in Italia. Oggi Delrio ha detto che dobbiamo pensare a crearne un altro milione. Lo ha detto con un accento meno brianzolo di altri ma Delrio è più credibile di altri perché noi lo abbiamo già fatto”. 

“Se sul lavoro qualcuno ha idee migliori di noi e credibilità tale da mettersi in campo, lo faccia. Per noi il futuro è una pagina bianca da scrivere insieme. Ma quando si parla di lavoro, meno ideologie e più concretezza”. 

“Il tema di Amazon mi colpisce. Come sapete io ho molta stima di Jeff Bezos, è un uomo geniale. Di fronte allo sciopero dei lavoratori mi domando questo nuovo rapporto tra poche persone che hanno tanti soldi e i lavoratori come riusciamo a regolarlo. La dimensione del salario è importante. Non è un problema del passato, solo che qualcuno lo utilizza strumentalmente per fare una lotta politica, altri provano a fare dei passi in avanti. Quanto hanno preso in giro gli 80 euro? Io dico che vanno estesi, non cancellati. Vanno estesi innanzitutto alle famiglie che hanno figli”. “Se non si fanno più figli il Paese non ha futuro e non si risolve il problema facendo spot sulla crescita demografica”.

“Senza l’Europa non andiamo da nessuna parte. Io rifiuto l’idea che il futuro dell’Ue sia talmente deresponsabilizzante che il futuro lo decide una monetina o che sia il luogo dove crescono i populismi. Ecco perché mi piace Emmanuel Macron. Lui è il punto di riferimento di questa speranza se riuscirà a mettere al centro una politica economica non centrata sull’austerità ma sulla crescita. Noi abbiamo iniziato a farlo. E in più a fare dell’Europa il luogo dell’Europa in cui rendere più gentile la convivenza”. 

Attacchi al M5s. “Di Maio fa crescere i followers, noi abbiamo fatto cresere il Pil”. “Di Maio – ha aggiunto Renzi – non ha capito la differenza tra dittatura di Maduro e la democrazia. Il Venezuela è una delle più pericolose dittature che va combattuta. Non possono dire che Venezuela è la speranza”.

“Di Maio non è quello dei congiuntivi. Non prendiamoli sotto banco. Loro quando governano tagliano la cultura. Noi siamo garantisti. Noi siamo differenti dai 5 stelle e dalla destra. Noi siamo quelli della crescita. Con il centrodestra è arrivata la recessione. Con i 5 stelle si è parlato di decrescita. Non ne parliamo male ma facciamo una fotografia della realtà”. 

 “Quello che è cruciale è che adesso facciamo lo sforzo di metterci in modalità campagna elettorale. Ieri tutti quelli che si alternati sul palco della Leopolda hanno fatto sì che oggi i giornali non sapessero con cosa aprire e qualcuno ha titolato su uno scontro tra Lotti e Boschi, una cosa impossibile. Nei collegi metteremo i candidati migliori, e ci sarà testa a testa tra Di Maio e Berlusconi per capire chi guiderà il gruppo che arriverà secondo alle elezioni. Tutti i sondaggi danno Pd primo gruppo nella prossima legislatura”.

Fake news. “La campagna contro la propaganda nasce dal desiderio di ricostruire una comunità. Dobbiamo fare una scommessa di serietà. M5s e Lega escono con gli stessi codici nell’advertising dei social. Usano le stesse tubature, non vogliamo fare leggi o censurare nessuno ma educare ad essere responsabili. Vi abbiamo sgamato amici dell’opposizione, ogni 15 giorni il Pd presenterà un rapporto su tutte le schifezze che troviamo in rete“. “Salivi vuole portare Berlusconi dal notaio? Faccia un viaggio e due servizi – ha aggiunto – verifichi la correttezza delle pagine ‘Noi con Salvini’. Noi rispetteremo le regole, vediamo che faranno gli altri”.

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