“Che potesse vincere Donald Trump? Qualcuno lo diceva, erano in pochi. Certo, sopra tutti Michael Moore, l’ho monitorato con grande attenzione in questo periodo”. Documentarista, attrice, comica, maschera dai mille volti, Sabina Guzzanti non ha dubbi sull’esito del voto che ha portato il magnate alla Casa Bianca, ai danni di Hillary Clinton: “Si è trattato di un grande gesto di ribellione”.
Per lei che conosce così bene Silvio Berlusconi, avendolo rappresentato molte volte, che affinità trova con Donald Trump?
Sicuramente Berlusconi è il prototipo di Trump. Anche se effettivamente l’aspetto di Trump che più ha affascinato i giovani, ossia la posizione contro la globalizzazione, non è un punto che Berlusconi condivide. A dire il vero, neanche l’odio razziale, erano altri tempi.
Che parere ha di questa campagna elettorale a tratti surreale, in cui Clinton è sembrata muoversi in un universo completamente distaccato dalla realtà? Un universo fatto di star e media, dell’appoggio della finanza internazionale. Ma poi, paradossalmente, a uscire vincitore è stato Trump, il miliardario, che ha saputo convincere, ispirare in qualche modo il cuore della gente vera…
Onestamente, persino io, sotto sotto, sono un pochino soddisfatta di questa vittoria di Trump, per il semplice fatto che è una vittoria contro l’establishment. Benché penso che non manterrà tutte le promesse fatte, sicuramente Trump ha emozionato più di Hillary Clinton. Ma prima, durante le primarie, era stato Bernie Sanders quello che aveva emozionato davvero. Consideriamo poi il gesto del Partito democratico di voler imporre al proprio elettorato un candidato che comunque non piaceva e che si sapeva che non avrebbe vinto. Clinton aveva già perso alle primarie contro Obama quattro anni prima. È prepotente lei come personaggio ed è stata prepotente l’imposizione di lei come candidato.
Durante la campagna però sono stati pochi coloro che hanno avuto il coraggio di evidenziare i difetti della candidata democratica, le sue contraddizioni. Tra questi l’attrice Susan Sarandon che si è scagliata contro entrambi i candidati. Alcune settimane prima delle elezioni, a prevederne l’esito con esattezza era stato il regista Michael Moore, che nel ‘day after’ ha chiesto alla gente di non essere scioccata ma di uscire dalla ‘bolla’ e di tornare a dare attenzione agli americani e alla loro disperazione. Come si profila il futuro con Trump?
Come dice Michael Moore, questo voto è stato sicuramente un grande gesto di ribellione. Senza dubbio però un gesto pericoloso, perché non promette bene. Trump non sembra una persona dotata della struttura mentale in grado di resistere a qualsiasi tipo di pressione, mi sembra completamente inadeguato. Anche quel poco di interessante che ci può essere nelle sue proposte, come ristabilire il protezionismo, difficilmente riuscirà a mantenerlo.
Per una donna di satira come lei, Trump è un personaggio più appetibile di Clinton…
Sicuramente ha tanti elementi ridicoli, esagerati, furbi, è abbastanza caratterizzato. Penso che gli americani da questo punto di vista si divertiranno, ma noi che abbiamo fatto questa esperienza sappiamo che è una magra consolazione.