Clima tesissimo a Tulsa, in Oklahoma, dove oggi il presidente Donald Trump terrà il suo primo comizio post pandemia. La guardia privata di un motel, Christopher Straigh, un bianco di 53 anni, ha ucciso con un colpo di pistola alla testa un afroamericano di 36 anni, Carlos Carson.
La vicenda risale al 6 giugno, ma solo ora è emersa l’esatta dinamica dei fatti. La vittima, padre di tre figli, si era lamentata col gestore del motel per la sua auto vandalizzata ed è poi stata attaccata dalla guardia, ex sergente ed ex agente penitenziario che, in passato, ha già subito varie accuse di cattiva condotta, anche per discriminazione razziale. Ora è accusato di omicidio premeditato.
I filmati di sorveglianza, pubblicati sul sito del “Washington Post” mostrano Straigh mentre spara un potente getto di spray al pepe su Carson dall’interno del suo camioncino. Carson quindi lancia il suo caffè a Straight e lo carica. Pochi secondi dopo, Straight estrae una pistola e spara a Carson in testa. L’uomo è morto sul colpo.
Ieri a Tulsa, come in molte altre città americane, si è tenuta una manifestazione per celebrare il cosiddetto “Juneteenth” (da giugno, june, e diciannove, nineteenth), una ricorrenza annuale che ricorda la fine della schiavitù negli Stati Uniti. Nel 1921, nella città dell’Oklahoma ci fu uno dei peggiori massacri razziali del XX secolo: nella Black Wall Street la comunità afroamericana fu attaccata da una massa di bianchi. Le stime ufficiali parlarono di 39 morti, ma secondo alcune fonti furono circa 300, con oltre 800 feriti. Ecco perché c’è molta apprensione per il comizio di oggi di Trump. Si temono scontri tra i sostenitori del capo della Casa Bianca e i manifestanti antirazzisti.