Il metodo seguito dal governo gialloverde per le nomine “fino ad adesso sta dando i suoi frutti”, assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Fermo restando che c’è un ministro competente, fermo restando che c’è una deliberazione della Presidenza del Consiglio” il metodo è “quello di confrontarsi per scegliere le persone migliori e di parlarsi francamente, tra presidente, ministri competenti e i rappresentanti delle forze politiche di maggioranza”.
E’ per questo che nel pomeriggio di martedì sono tornati a vedersi a Palazzo Chigi i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Il nodo da sciogliere, il più urgente, è quello che riguarda viale Mazzini. Il governo deve indicare Ad e presidente: Fabrizio Salini, Andrea Castellari e Marcello Ciannamea sono i nomi di cui si sta discutendo per il primo ruolo. Secondo quanto si apprende, i tre dovrebbero essere a Roma per colloqui individuali con i vertici Cinquestelle. Sembra inoltre siano in crescita le quotazioni di Valerio Fiorespino, ex capo del personale della Rai, dato come vicino a Milena Gabanelli. Più defilata invece ormai la soluzione interna rappresentata da Gian Paolo Tagliavia. Per quello di presidente il nome più quotato è quello di Giovanna Bianchi Clerici, che però dovrebbe incassare il gradimento dei due terzi della commissione di Vigilanza parlamentare. E lunedì l’assemblea dei soci di viale Mazzini è stata rinviata a venerdì 27, visto che mancano ancora, appunto, i due nomi dell’esecutivo per il Cda.
Tutti i curricula sono al vaglio dei quattro di Palazzo Chigi, in un clima “buono”, certo, come trapela da fonti di governo, anche se Tria non ha negato una stoccata al leader del Carroccio. “Dato che condividiamo tutti tutte le nostre decisioni se c’è necessità di qualcuno di incontrare chiunque per rafforzare le proprie convinzioni questo non significa che condizioni alla fine le scelte del ministro competente – ha detto in mattinata rispondendo ai cronisti al termine del Cdm – Si usa condividere le cose e poi ognuno si prende le proprie responsabilità”.
Tutto come previsto invece in Cdp, per la quale la quadra era stata trovata la scorsa settimana. L’assemblea degli azionisti ha nominato oggi il nuovo consiglio di amministrazione, che rimarrà in carica fino al 2020. Massimo Tononi sarà il presidente, mentre l’ex direttore finanziario Fabrizio Palermo, così come indicato dal governo, diventa amministratore delegato. Vicepresidente sarà Luigi Paganetto. Gli altri membri sono Fabrizia Lapecorella – proprio martedì confermata direttore generale delle Finanze al Mef – Fabiana Massa Felsani, Valentino Grant, Francesco Floro Flores, Matteo Melley e Alessandra Ruzzu.
La partita delle nomine però non è conclusa: va scelto il successore di Giorgio Alleva all’Istat, visto che il suo mandato è terminato la scorsa settimana. E va risolto il nodo di Ferrovie, dove sia Lega che M5s rivendicano il diritto a indicare il successore di Renato Mazzoncini, rinviato a giudizio per truffa nell’inchiesta riguardante Umbria mobilità. Giovedì 26 è convocata l’assemblea del gruppo di piazza della Croce Rossa, e non è escluso che venga chiesto un passo indietro del manager. Tanto più che dopo il Carroccio anche i pentastellati hanno iniziato a criticare la fusione di Ferrovie con Anas. “Per me la è stata un’operazione sbagliata che si deve fermare”, ha detto senza mezzi termini Luigi Di Maio