Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha iniziato il suo intervento alla riunione su ex Ilva ribadendo di non riconoscere il diritto di recesso per Arcelor Mittal. Nel pomeriggio di oggi l’incontro al dicastero con lo stesso Patuanelli, l’ad di Arcelor Mittal Lucia Morselli e i sindacati rappresentati dai segretari generali Maurizio Landini della Cgil, Annamaria Furlan della Cisl e Carmelo Barbagallo della Uil, oltre che dai rappresentanti dei metalmeccanici delle stesse sigle.
“Quello che ci ha portato a ritenere che il contratto potesse essere terminato è che non siano stati rispettati i termini del contratto stesso, dal punto di vista legale”. Questa la replica di Lucia Morselli, ad di Arcelor Mittal Italia.
Ferma la posizione della Cgil: “All’atteggiamento chiederemo di ritirare quello che ha deciso ha affermato il Segretario – che è totalmente inaccettabile. Avviare lo spegnimento vuol dire pensare di chiudere definitivamente l’azienda, gli impianti vanno invece salvaguardati” che ha poi aggiunto “C’è un accordo, e l’accordo va fatto rispettare in tutte le sue parti: da lì non indietreggiamo”.
“E’ la prima volta che discutiamo con l’azienda. Noi siamo frimatari di un accordo, e questo accordo va fatto rispettare – ha spiegato Landini -. Se il nostro Paese accetta che le multinazionali possano venire qui, fare accordi coi sindacati e i governi, addirittura accordi approvati dal 90% dei lavoratori, poi pensano di poter non rispettare le leggi e i contratti c’è qualcosa che non funziona. E’ una questiona di responsabilità verrso il nostro Paese. Noi siamo responsabili. Mittal, se continua con un atteggiamento di questo genere, sta dimostrando un’irresponsabilità totale”.
La Procura di Milano oggi ha aperto un’inchiesta sulla ex Ilva. Per ora si tratta di un fascicolo senza indagati nè ipotesi di reato. E i commissari straordinari hanno depositato un ricorso contro l’abbandono di Arcellor Mittal alle acciaierie di Taranto.