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Visco (Bankitalia): “Tutelare risparmio e conti pubblici. Italia a rischio”

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Tutelare il risparmio e i conti pubblici, o per l’Italia ci sono rischi gravissimi. Le considerazioni finali 2018 del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nopn potrebbero cadere in un momento più difficile e delicato. La ricetta di Visco sembra riassumibile in alcune indicazioni: equilibrio, prudenza, pazienza, ricerca di spiragli economici che permettano di aumentare gli investimenti e anche di cambiamenti ma tutto in un quadro di compatibilità europee che sono assolutamente il nostro orizzonte. Ma niente strappi, perché il nostro debito continua a essere troppo elevato ed è questo il macigno che ci opprime.

Tutela del risparmio – “Non possiamo prescindere dai vincoli costituzionali: la tutela del risparmio, l’equilibrio dei conti, il rispetto dei Trattati”. E’ quanto si legge nelle considerazioni finali di Bankitalia: “Soprattutto bisogna avere sempre presente il rischio gravissimo di disperdere in poco tempo e con poche mosse il bene insostituibile della fiducia: la fiducia nella forza del nostro paese che, al di là di meschine e squilibrate valutazioni, è grande, sul piano economico e su quello civile; la fiducia nella solidità del nostro risparmio, fondata sulla capacità di superare gli squilibri finanziari, economici e sociali; la fiducia nel nostro futuro, da non disperdere in azioni che non incidono sul potenziale di crescita dell’economia, ma rischiano di ridurlo”.

Debito pubblico – “Ridurre l’incidenza del debito pubblico e contemporaneamente sospingere l’attività economica è difficile ma non impossibile – spiega il Governatore – E si possono gradualmente orientare le risorse verso gli usi più produttivi, aumentando gli investimenti pubblici e operando per la realizzazione di infrastrutture adeguate. I mezzi necessari vanno trovati con equilibrio e pazienza, tagliando le spese inutili e riconsiderando semplificandola la struttura complessiva dell’imposizione, senza pregiudizi nei confronti delle imposte meno distorsive. Ridurre l’incidenza del debito è un obiettivo irrinunciabile. In una fase espansiva e con una politica monetaria ancora molto accomodante, non è utile aumentare il disavanzo. Alla fine dell’anno scorso il debito pubblico italiano era pari a quasi il 132% del Pil, è un valore molto elevato” che costituisce “un elemento di freno e la principale fonte di vulnerabilità per l’economia”.

Pensioni – “Sarebbe rischioso fare passi indietro” sulle pensioni. Dice Visco ce difende quindi la legge Fornero: “Nel lungo periodo il contenimento del disavanzo e del debito poggia in larga misura sulla capacità della finanza pubblica di fare fronte all’aumento della spesa sociale”, in particolare pensioni e sanità e “le riforme introdotte nel passato rendono gestibile la dinamica della spesa pensionistica; hanno risposto alla necessità di tenere conto dell’allungamento della vita media nel definire il rapporto tra i contributi versati e l’entità e la durata della pensione; hanno posto l’Italia in una posizione favorevole nel confronto internazionale”. Interventi mirati, dice Visco, “volti a ridurre specifiche rigidità sono possibili, alcuni sono già stati effettuati in passato, ma vanno sempre adeguatamente compensati in modo da assicurare l’equilibrio attuariale del sistema pensionistico”. Insomma nel modificare le regole di fondo che determinano le tendenze di lungo periodo della spesa pubblica va esercitata “estrema prudenza”.

Italia e Europa  – “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa. Siamo parte di una grande area economica profondamente integrata, il cui sviluppo determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende – dice Visco – E’ importante che la voce dell’Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell’Unione europea – continua – tutti i paesi che ne fanno parte devono contribuire al suo progresso”, sottolinea Visco spiegando che nei prossimi mesi saranno affrontate questioni di grande rilievo, come la “governance dell’Unione, il suo bilancio pluriennale, la revisione della regolamentazione finanziaria”. “L’Europa ha bisogno di rivedere gli strumenti esistenti e crearne nuovi, comuni, per affrontare gli shock economici e finanziari – dice Visco – in un contesto in cui quelli nazionali sono deboli o indisponibili”.

Le tensioni politiche – “Se le tensioni degli ultimi giorni si riassorbiranno, anche il costo del debito si ridurrà, seppur leggermente con il venire a scadenza di titoli collocati in passato a tassi più elevati di quelli di nuova emissione. Questo risultato sarebbe conseguito anche in presenza di una graduale normalizzazione della politica monetaria – spiega Visco – Il rapporto tra debito pubblico e Pil – aggiunge – potrebbe tornare sotto il 100% nel giro di dieci anni se venisse gradualmente conseguito un avanzo primario tra il 3 e il 4 per cento, più elevato di circa due punti rispetto al livello attuale e coerente con il sostanziale pareggio”. La discesa potrebbe essere più rapida, continua Visco, “se il miglioramento dell’avanzo primario e il consolidamento e la prosecuzione delle riforme strutturali sostenessero la crescita e abbattessero il premio per il rischio che grava sui rendimenti dei titoli pubblici italiani”.

“Non sono le regole europee il nostro vincolo, è la logica economica. A essa è strettamente connesso l’obbligo, che tutti abbiamo, di non compromettere”. Lo dice il governatore di Bankitalia Ignazio Visco nelle considerazioni finali in occasione della relazione annuale 2018.”A essa è strettamente connesso l’obbligo, che tutti abbiamo, di non compromettere il futuro delle prossime generazioni: accrescere il debito vuol dire accollare loro quello che oggi non si vuole pagare”

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