“Saremmo stati più poveri senza l’Europa; lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario”. Così il Ignazio Visco nella sua relazione annuale. “L’appartenenza all’Europa – aggiunge – è fondamentale per tornare su un sentiero di sviluppo stabile: è il modo che abbiamo per rispondere alle sfide globali poste dal l’integrazione dei mercati, dalla tecnologia, dai cambiamenti geopolitici, dai flussi migratori”.
“Gli accordi europei dovrebbero mirare a individuare i modi per sostenere gli sforzi che devono essere messi in atto dagli Stati membri per ridurre il loro debito. Sono indispensabili politiche di bilancio rigorose e prudenti, ma la riduzione del rapporto tra debito e prodotto è un processo necessariamente lungo, col quale possono interferire eventi non controllabili dai singoli governi; per questo andrebbe protetta con forme di assicurazione sovranazionale, ad esempio attraverso la creazione di un fondo europeo per il rimborso del debito, finanziato con risorse vincolate dei paesi che vi partecipano”.
“Utilizzare le risorse europee in maniera efficiente deve essere una priorità, superando con decisione i problemi incontrati in passato. L’Italia è stata a lungo tra i principali beneficiari dei trasferimenti europei; in media negli anni Ottanta ha ricevuto finanziamenti netti annui pari allo 0,4 per cento del prodotto. Anche per l’ingresso di nuovi Stati membri, la posizione del Paese è gradualmente cambiata; dall’inizio degli anni Duemila l’Italia è contributore netto al bilancio dell’Unione; dal 2014 i trasferimenti netti in uscita sono ammontati a poco meno dello 0,2 per cento del PIL all’anno; contribuiscono di più la Francia e la Germania (rispettivamente con lo 0,3 e lo 0,4 per cento). In termini lordi le risorse stanziate per il sostegno delle aree svantaggiate del nostro paese per il periodo 2014-2020 sono pari a 34 miliardi, lo 0,3 per cento del PIL in media all’anno”
Banche – “Anche se il rafforzamento dei bilanci delle banche italiane è proseguito nel 2018, gli effetti della crisi non sono ancora pienamente riassorbiti. La redditività, pure in ripresa, resta bassa e l’incidenza dei costi operativi stenta a ridursi; le quotazioni di borsa riflettono questi andamenti. Permangono casi di difficoltà di banche di medie dimensioni, che sono all’attenzione delle autorità di vigilanza italiana ed europea e del Governo. Si stanno attivamente ricercando soluzioni in grado di rilanciare gli intermediari e di salvaguardare i soggetti coinvolti”.