Sulla reintroduzione dei voucher si sta creando un asse trasversale tra maggioranza e opposizione. Il dibattito politico sui buoni lavoro è animato, piacciono sia alla Lega che a Forza Italia, ma neanche il Movimento 5 Stelle si dice pregiudizialmente contrario al ritorno della misura. Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, però, pur aprendo la porta al confronto ha posto un solo paletto: evitare che si ripetano “gli abusi perpetrati in passato”. Chi sta spingendo con forza sul punto è il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, esponente di peso del Carroccio, favorevole allo strumento che “gli agricoltori rivogliono”, indicando l’inizio della prossima vendemmia come possibile deadline per trovare una quadra. L’ex capogruppo leghista al Senato ha rivelato che la proposta è da giorni sul tavolo del capo politico M5S, ma finora non è stata aperta alcuna discussione concreta nel governo giallo-verde.
“Più Centinaio e meno Di Maio”, dice il presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini. Il partito di Silvio Berlusconi è profondamente critico sulle misure introdotte dal decreto Dignità, soprattutto quelle sulle forme contrattuali, e promette battaglia. Ma allo stesso tempo tende una mano alla maggioranza: FI ha elaborato una proposta di legge per la reintroduzione dei voucher che potrebbe essere trasformata immediatamente in un emendamento al testo firmato dal ministro dello Sviluppo economico, se da Lega e Cinquestelle arrivassero aperture per modificare in modo significativo il testo in sede parlamentare. Perché sarebbe “un colpo mortale all’impresa”, rincara la dose il presidente dei deputati azzurri, Mariastella Gelmini, che rivolge un appello direttamente a Matteo Salvini: “Ci auguriamo che il nostro alleato, al momento in questo governo con il M5S, si adoperi per rivedere profondamente il decreto”. Per l’ex ministro dell’Istruzione è chiaro perché lunedì il segretario della Lega “abbia scelto il Palio di Siena invece del Cdm, al popolo di centrodestra non può piacere”.
Nel dibattito avranno un peso anche i dati. Come quelli della relazione annuale dell’Inps al Parlamento: nel 2017 i lavoratori assicurati sono stati 25,138 milioni di lavoratori, ovvero lo 0,3% in meno rispetto all’anno precedente. “Il motivo – spiega l’ente – è facilmente individuabile, dipende dalla conclusione, nel marzo 2017, della vecchia regolazione delle prestazioni occasionali tramite voucher”. Anche se, avvisa il presidente Tito Boeri, “bisogna in tutti i modi evitare di intervenire con l’accetta. Ci vuole il cesello – dice -, per non correre il rischio di distruggere lavoro, come purtroppo avvenuto nel caso dell’intervento draconiano” sui buoni lavoro, un anno fa. Posizione che si scontra con quella di Cgil e Flai, che si rivolgono direttamente al ministro Centinaio, per ricordargli che “in agricoltura, come in tutti settori, i lavoratori si tutelano con contratti e regole sul mercato del lavoro, non certo con i voucher”, strumenti che nel settore “già esistono e si possono usare per studenti, pensionati e disoccupati”.