Tranciante e divisivo come sempre, Zdenek Zeman, fedele a se stesso e al suo personaggio controcorrente, entra a 72 anni ancora una volta a gamba tesa con la sua solita flemma graffiante. Stavolta non è questione di doping, non ha da picchettare gli arbitri, nè si alza in piedi con la sigaretta in bocca per lanciare l’ultimo strale nella sua ormai antica crociata anti-Juve. L’ultimo affondo dell’allenatore boemo in realtà contribuisce ad arricchire la lista, nel mondo del pallone, di chi si avventura in battute infelici sul calcio femminile che spiazzano e lasciano le dirette interessate quasi senza parole.
“Certamente il calcio donne è in grande sviluppo oggi in Italia. Ho visto la partecipazione dell’anno scorso al Mondiale. Speriamo vada sempre più avanti. In Italia c’è il problema del calcio maschile, le donne venivano sempre dietro nel calcio. Vediamo se il calcio femminile riuscirà a fare un passo in avanti. È un problema anche di cultura. Di solito in Italia le donne stanno in cucina. Non so se questo che ho detto è grave, certo è che i maschi devono mangiare”, ha affermato l’ex tecnico di Lazio, Roma, e Napoli parlando a Firenze, a margine della cerimonia di consegna della ‘Panchina d’Oro’, in risposta ai giornalisti che gli chiedevano cosa pensasse dell’esplosione del calcio donne in Italia, che quest’anno ha ricevuto l’attenzione del grande pubblico e la sua consacrazione con la Nazionale che ha raggiunto i quarti di finale al Mondiale in Francia.
La frase che richiama al ritorno alle donne ai fornelli invece che ad inseguire un pallone e sognare Beckham come i maschi non è passata ‘inosservata’ (come da copione) e ha in qualche modo ‘tracciato’ il suo intervento manifestando lo stupore dei presenti e delle ragazze del pallone, pronte però in larghissima maggioranza a reagire senza replicare. Il silenzio in fondo è la forma più alta della parola. Da quasi due anni Zeman è senza panchina e fa sorridere scoprire che è stato esonerato dal Pescara, a quattro giorni dalla festa della donna. Il boemo fa discutere. Sempre.