Intervento di Nicola Zingaretti alla direzione del Partito democratico, che ha dato il sì unanime alla fiducia al nuovo governo di Mario Draghi.
All’interno del Pd occorre mantenere l’unità, e serve “che non si alluda alla contrapposizione sulla linea da perseguire”. Piuttosto, se vi sono dissonanze, “sarebbe utile esplicitarle”, per il bene del dibattito interno, ha dichiarato il segretario dem.
Il presidente incaricato, Mario Draghi, “una delle figure più autorevoli” che l’Italia offre, formerà un governo il cui successo, “ancora una volta – lo si nota in queste ore – dipende dall’unità politica tra LeU, 5 Stelle e Pd, unità che è stata anima del governo Conte”, ha spiegato Zingaretti, aggiungendo: “Ognuno, in buona fede, non può non riconoscere che, se tale unità d’intenti fosse venuta meno, lo stesso Draghi ne avrebbe sofferto”.
“Il governo Draghi non sarà una resa politica, né tanto meno della nostra politica: certo, non sarà una resa, anche perché il Governo si dovrà concentrare su un programma, che per sua natura stessa dovrà essere preciso, circostanziato, verificato”, ha proseguito Zingaretti. “Alla squadra di governo che verrà formata noi ci atterremo”, con l’auspicio che sia “una squadra autorevole, formata nel rispetto del pluralismo politico, e che rispecchi la diversità di genere”.
Zingaretti ha quindi proseguito: “La Lega rimane, per prospettiva storica, un’alternativa, il nostro avversario”. Prima, senza citare direttamente il Carroccio ma con una chiara allusione, Zingaretti aveva chiesto “che tutto non si risolva con qualche capriola verbale, soprattutto sull’Europa”. “Altro che imbarazzo”, sarà semmai la Lega a dover spiegare “le capriole verbali sull’Ue”. Da parte del Pd, però, “noi abbiamo avvertito che l’estensione della maggioranza può non coincidere con l’efficienza e l’efficacia della maggioranza stessa, con onestà noi lo abbiamo evidenziato”.
Zingaretti ha anche proposto di convocare entro il mese di febbraio l’assemblea nazionale del Pd.