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14enne ucciso a Roma, un fermo per l’omicidio di Alex

Un sospettato di essere uno degli autori dell’omicidio del 14enne, Alexandru Ivan, è stato fermato dai carabinieri del gruppo di Frascati. Il fermato è un 24enne originario dell’est Europa, gravemente indiziato dell’omicidio del 14enne avvenuto a cui sono arrivati gli investigatori. Il fermo è stato eseguito nella nottata del 15 gennaio dai carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Frascati che hanno proceduto al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Velletri.

Nelle 48 ore successive le indagini, attraverso le testimonianze di numerose persone, l’analisi di diversi sistemi di videosorveglianza, nonché alcuni riscontri tecnici, hanno consentito di ricostruire quanto accaduto nelle ultime ore di vita della vittima. In particolare, poco prima dell’omicidio, è stata ricostruita una lite, all’interno di un bar su via Casilina, tra il 29enne, attuale compagno della madre del minore, di origine rumena e un ragazzo originario dell’est Europa. Dopo essersi allontanati dal bar, il 29enne rumeno avrebbe chiamato molte volte il fermato, che non era presente all’interno del bar. Così, per risolvere il tutto con un incontro presso il parcheggio, il 29enne rumeno (accompagnato dalla giovane vittima e da altri familiari, tra cui due donne) si è recato presso il luogo concordato, trovandosi tuttavia di fronte a uno scenario non previsto. Gli occupanti di un’auto hanno aperto il fuoco nei confronti del gruppo presente nel parcheggio, esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco, di cui uno ha ucciso il 14enne.Da quanto emerso, a bordo della macchina vi erano proprio il 24enne fermato e altre tre persone (uno dei quali compiutamente identificato, che aveva partecipato anche alla lite all’interno del bar, irreperibile e ricercato sin dai momenti successivi all’omicidio). Il 24enne si era presentato nella serata di ieri ai carabinieri, accompagnato dai due avvocati di fiducia. A seguito dell’interrogatorio è stato emesso il decreto di fermo. Le indagini sono ancora in corso per individuare i complici. 

La vicenda

Una spedizione punitiva che si trasforma in un agguato mortale. L’unica cosa che sembra ormai certa è che i killer che hanno sparato dalla macchina in corsa uccidendo con un colpo al petto il 14enne Alexandru Ivan, volevano colpire il patrigno con cui avevano litigato nel bar, tre ore e mezzo prima. Oggetto del contendere, nella lite finita nel sangue, davanti la cassa del bar ‘Esse’ di via Casilina, sembrerebbe una spartizione di denaro proveniente dal malaffare, furti o droga, reati che sarebbero soliti commettere alcuni dei personaggi coinvolti nella rissa e nella sparatoria. Dalle indagini, e dalle testimonianze dei parenti della giovane vittima, emergerebbe sempre di più che il perno centrale attorno al quale ruota l’esecuzione di sabato notte nell’area di sosta del capolinea della metro C Pantano, sarebbe proprio la figura del compagno della madre di Alex. Tutto sarebbe cominciato con un appuntamento chiarificatore che l’uomo con cui convive la madre di Alexandru Ivan, si era dato al parcheggio dove è avvenuto l’omicidio, con le tre persone con cui aveva litigato poche ore prima al bar ‘Esse’. Il cellulare dell’uomo è stato sequestrato per gli accertamenti. Il destinatario di quel messaggio, secondo quanto apprende LaPresse, sarebbe uno dei componenti del commando armato che ha ucciso Alexandru con un colpo di pistola che lo ha colpito al centro del petto.

Da quanto è emerso sino ad ora il gruppo di fuoco sarebbe composto da cittadini di etnia rom, attivi in affari criminali nella zona dove è avvenuto il delitto. “Sin da ieri mattina, in maniera ininterrotta, stiamo sentendo diverse persone”, ha spiegato questa mattina il tenente colonnello, Alberto Raucci, comandante del gruppo dei carabinieri di Frascati. “Mi domando perché alle 3 di notte Alexandru fosse qui. L’avevo sentito per l’ultima volta due giorni fa e mi aveva detto che era stanco, a dicembre era stato con me in Romania. Chi ha sbagliato deve pagare. Non so cosa possa essere successo. Mio figlio era un bravo ragazzo, è stato portato qui dal suo patrigno. Adesso cosa dovrò fare con la mia ex moglie? La notizia l’ho saputa da mia madre che l’aveva vista sui siti. Io mi trovavo a Firenze dove mi sono trasferito per lavoro”, ha spiegato tra le lacrime e i singhiozzi Eduard Ivan, il padre del 14enne assassinato. “Quelli che hanno sparato ad Alexandru non ce l’avevano con lui. Volevano colpire il patrigno“, è stata la versione fornita dal nonno materno di Alexandru, che quella notte si trovava insieme al nipote e all’uomo considerato il bersaglio di chi ha sparato. 

I compagni del 14enne ucciso: “Un bravo ragazzo non se lo meritava” 

Lunedì di scuola complicato per i compagni di scuola di Alexandru Ivan, il 14enne ucciso a colpi di pistola nel parcheggio della metro di Monte Compatri alle porte di Roma. “Era un bravo ragazzo e andava bene a scuola. È successo quello che non doveva succedere. Non mi aspettavo potesse succedere una cosa del genere. Una cosa impensabile” dice un compagno di classe di Alex nella terza G della Scuola Media Domenico Savio a Finocchio, alle porte di Roma. “Era mio amico, parlavamo sempre in classe e andavamo a mangiare il kebab insieme” racconta. “Un bravo ragazzo, non se lo meritava. Oggi ognuno di noi ha portato qualcosa per ricordarlo”, racconta una compagna in lacrime. 

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