Candidata con un partito neonato (al momento attestato per i sondaggi intorno al 6%) e costretta ad un corpo a corpo con un ministro della Pubblica amministrazione capace di chiudere nell’ultima settima i rinnovi del contratto nazionale per il comparto delle Funzioni locali e della sanità. Non sembra un esordio felice alle Politiche per Giovanna Maria Seddaiu, 39enne di Sassari, ‘schierata’ da Liberi e Uguali alla Camera all’uninominale Roma 2 Montesacro.
Sarà una bagarre tutta in rosa, perché oltre alla consigliera municipale di Roma ci saranno Marianna Madia (Pd), Claudia Giacchetti (Movimento 5 Stelle), Debora Barletta (Potere al Popolo), e Maria Teresa Bellucci (centrodestra). “I candidati che non hanno ruoli di governo come me hanno uno strumento in meno, C’è una disparità di trattamento tra i candidati e si sfora il concetto di par condicio, è anomalo stare in campagna dove c’è un governo in carica con i ministri che possono lavorare su varie cose, la chiusura di alcuni contratti si poteva fare tempo fa”, attacca parlando con LaPresse a una settimana dal voto.
Quanto peseranno gli ultimi accordi contrattuali per la Madia? Non è un voto di scambio, ma psicologicamente sapere che si stanno chiudendo dei contratti porta un ritorno di gratitudine che avrà impatti sul voto. Farlo nei 30 giorni di campagna elettorale pone dei dubbi, io forse avrei evitato. O ti dimetti o non ti candidi nei collegi, io ho grande rispetto per quanto fatto da Poletti o Calenda: lo ritengo più dignitoso. Spero che conti la mia territorialità, gli eletti all’uninominale dovrebbero essere rappresentativi e così abbiamo ragionato in Leu.
Quindi non vede di buon occhio la Boschi candidata a Bolzano… Non sono estremista su questo argomento, ci sono candidature a carattere nazionale che possono occuparsi di qualunque territorio. Io non sono romana, io sono sarda, penso però che il ragionamento è che la Boschi è stata candidata lì perchè conosce alcune dinamiche evidentemente. Noi abbiamo fatto in generale scelte diverse.
Lei è stata a lungo nel Pd: perché ha sposato il progetto LeU? Io sono stata militate nel Pd, sono uscita nel 2012 per candidarmi con Sel dopo le primarie vinte da Renzi, ho fiutato forse prima la direzione che stavano prendendo i dem; io sostenevo Bersani e sono stata coerente, ho capito che non era più il mio progetto. La storia mi ha dato ragione perchè ora quasi tutti sono finiti nella casa di LeU.
Esclude un’alleanza post voto con Renzi? Ci sono delle possibilità che possono concretizzarsi con un cambio di rotta da parte del Pd, perché noi abbiamo dei punti fermi. In loro c’è già stata una scissione, se dopo il voto si può trovare una condivisione di punti concreti non dico di no, ad oggi non ci sono queste prospettive, soprattutto su temi come il lavoro e i migranti. Il Pd si è concentrato su cose che non ci appartengono, bisogna capire anche come vanno le elezioni.